Eventi e cultura
25 Aprile 2015
Un percorso per ricordare i luoghi e il ruolo delle donne nella liberazione di Ferrara

Pedalando nei luoghi della memoria

di Redazione | 3 min

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La bicicletta non è solo uno dei simboli di Ferrara ma è il mezzo che le donne utilizzarono per assicurare ai Partigiani informazioni, aiuto, cibo e ogni altro bene necessario durante la dura lotta antifascista. Ed è stato un fiume di donne e uomini in bicicletta che ha attraversato Ferrara ieri, 24 aprile, in occasione del 70° anniversario della liberazione della città.

L’iniziativa “Pedalando pedalando nei luoghi della memoria” – promossa e organizzata da Unione Donne Italiane e Uisp – ha voluto ricordare l’importante ruolo delle donne antifasciste, donne “resistenti” attraverso un percorso nei luoghi storicamente più simbolici della città.

Luoghi che rappresentano una memoria collettiva importante, luoghi per non dimenticare il sacrificio compiuto dalle donne che ci hanno preceduto per garantire la libertà. Anche l’associazione Donne in Campo della Confederazione Italiana Agricoltori Emilia-Romagna ha aderito alla “pedalata”, ricordando il forte impegno delle donne contadine durante la Resistenza.

«Il contributo delle donne antifasciste nelle campagne e nelle città – ha spiegato Sofia Trentini, presidente di Donne in Campo Emilia Romagna – viene spesso dimenticato. Sembra quasi che la storia sia stata fatta solo dagli uomini. Le zone rurali più remote del territorio garantivano nascondiglio e protezione ai partigiani che avrebbero rischiato di rimanere isolati senza le preziose informazioni che le staffette, rischiando la vita, portavano da un luogo all’altro della provincia. Allo stesso modo, in città, le donne si prendevano cura dei malati, garantivano protezione ai fuggitivi e avevano un ruolo attivo nella lotta antifascista».

Il corteo di biciclette della memoria è partito da piazza della Cattedrale dove, il 9 settembre 1943, le donne furono in testa al corteo per l’Armistizio ed ha raggiunto via Piangipane, ora Museo ebraico, sede delle carceri dove furono rinchiuse molte donne antifasciste e di seguito Via Argine Ducale dove abitava Gemma Fozzato dei Gruppi di Difesa della Donna. Altro punto profondamente simbolico ed emozionante a Borgo San Luca dove, il 25 luglio del ’43, 7 donne furono arrestate solo per aver cantato un inno di libertà e poi Via Carlo Mayr n. 165 dove la partigiana Cerere Bagnolati aveva una stanza e a seguire Via Scienze 22, prima sede dell’Udi nata proprio 70 anni fa dopo la Liberazione. Un omaggio anche all’impegno antifascista di Alda Costa – che le costò lunghi anni nel carcere di Copparo – con sosta davanti alla scuola a lei dedicata e poi Piazzale San Giovanni dove un gruppo di donne organizzò un pronto soccorso per feriti e clandestini.

Ultima tappa della pedalata nella sede dell’Udi dove l’associazione Donne in Campo ha offerto a tutti i partecipanti una degustazione di prodotti della tradizione contadina del territorio, in ricordo dei cibi semplici e “fatti in casa” che le staffette portavano ai Partigiani. L’iniziativa promossa da Udi e Uisp è stata organizzata in collaborazione con Museo del Risorgimento e della Resistenza, Istituto di Storia Contemporanea, ANPI, Coordinamento donne Spi-Cgil, Centro Donna Giustizia, Centro Documentazione Donna, con il contributo di Assicoop Modena e Ferrara.

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