Economia e Lavoro
21 Aprile 2015
Le riflessioni di Aci Ferrara sul messaggio del pontefice sulle imprese cooperative

Da Papa Francesco alla cooperazione dell’uguaglianza

di Redazione | 3 min

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Da sinistra: Calzolari, Benini, Don Nicolini (foto di Pamela Tavalazzi)

Da sinistra: Calzolari, Benini, Don Nicolini (foto di Pamela Tavalazzi)

di Francesco Altavilla

Il settantesimo compleanno di Confcooperative è stato festeggiato da Papa Francesco I, lo scorso 28 febbraio con un udienza in Sala Nervi, durante la quale il pontefice ha rivolto ai rappresentanti della confederazione cooperative italiane un accorato discorso in cui l’invito esplicito era a “guardare verso il futuro, alle nuove prospettive, responsabilità e forme di iniziativa delle imprese cooperative”.

A poco meno di due mesi dall’Assemblea romana, Aci Ferrara (Alleanza Cooperative italiane) ha pensato di discutere dei contenuti del discorso di Papa Francesco e delle prospettive aperte dalle sue esortazioni. L’occasione è stata l’incontro di ieri lunedì 20 aprile presso Casa Cini, dove Andrea Benini, presidente di Aci Ferrara, ha dialogato con don Giovanni Nicolini, teologo e filosofo, dal 1998 vicario episcopale per la carità, e Gianpiero Calzolari, che per dieci anni dal 2004 al 2014 è stato presidente di Legacoop Bologna ed è attualmente presidente di Granarolo spa, impresa a controllo cooperativo leader nella produzione di latte e derivati.

Dalla proficua e reciproca contaminazione della prospettiva “teologica” con quella più squisitamente “imprenditoriale” il dibattito pomeridiano si è impreziosito, contribuendo a diffondere e condividere la critica che Francesco I ha mosso al sistema economico “dell’ingiustizia e dell’ineguaglianza. La cultura dello scarto”, come ha detto Benini in apertura parafrasando il pontefice. Dibattito che si è aperto con un minuto di silenzio per le terribili notizie che arrivano in queste ore dal Canale di Sicilia, “una tragedia che coinvolge tutti noi, essendo conseguenza di un sistema perverso che privilegia le logiche del profitto alla dignità della vita umana”, ha commentato Andrea Benini invitando i presenti a un momento di raccoglimento.

“L’importanza dell’economia civile e l’importanza della cooperazione come momento utile a riportare equità sono argomenti che l’attuale Papa ha trattato diverse volte – ha proseguito nella sua introduzione il presidente di Aci – è infatti del 24 novembre 2013 l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” in cui viene detto: “Quest’economia uccide”, parole inusuali e forti per un pontefice”.

Il grande valore delle imprese cooperative è stato individuato da Gianpiero Calzolari nella capacità di “farsi carico dei più deboli non in senso caritatevole, ma in una prospettiva di solidarietà laica”. Il presidente del gruppo che riunisce sotto la sua insegna circa 1000 allevatori produttori ha poi mosso una critica, o meglio un’autocritica data la sua posizione, sostenendo che “negli anni si è stati un po’ timidi come operatori della cooperazione, nel proporsi su cose nuove, è necessario riappropriarsi dello sviluppo della cooperazione”.

Crosara, presidente di Confcooperative, e don Nicolini (foto di Pamela Tavalazzi)

Crosara, presidente di Confcooperative, e don Nicolini (foto di Pamela Tavalazzi)

“Il discorso di Papa Francesco è una grande proposta di ripresa della politica, ormai scomparsa ed eclissata dall’amministrazione, soprattutto a causa della mancanza di un progetto condiviso e partecipato – ha commentato Don Nicolini – bisogna tornare a dare centralità al lavoro così come lo intendevano i nostri padri costituenti, non solo produzione di beni e servizi ma fatica che forma l’individuo alla partecipazione nella società, lo rende cittadino”. L’auspico di Papa Francesco I per una “resurrezione della politica” è condiviso dal sacerdote che opera nel quartiere Dozza di Bologna, così come è stato condiviso da tutti i relatori l’invito a pensare a un superamento dell’attuale sistema economico basato sullo sfruttamento e presentato come l’unico modello possibile. “C’è bisogno di una storia nuova, non di dottrine, che non cambiano il cuore dell’uomo”, ha detto don Nicolini, seguito a ruota da Calzolari, secondo cui “essere cooperativi e competitivi è possibile, la battaglia sul modello economico non può essere combattuta da una piccola retroguardia ma deve coinvolgere la formazione di nuovi cooperatori, bisogna ritrovare il coraggio di teorizzare maggiormente sul modello cooperativo in sè”.

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