Cronaca
19 Aprile 2015
“Oggi le donne non capiscono più la lotta, trovano tante cose già fatte”

Ansalda, 80 anni sulle barricate

di Redazione | 4 min
Ansalda Siroli

Ansalda Siroli

di Anja Rossi

Ansalda Siroli compie 80 anni. La storica fondatrice del Centro donna giustizia di Ferrara ci racconta la sua vita e le sue lotte, portate avanti sempre con grande tenacia per il rispetto delle donne, di tutte le donne.

Signora Siroli, da dove è partito tutto?

È partito il 19 aprile di ottant’anni fa. Sono nata a Filo di Argenta, eravamo in tre sorelle. I miei genitori erano figli di mezzadri, mio padre lavorava in fornace, mia madre alla cooperativa agricola. Ho iniziato a lavorare a 14 anni, i miei primi 19 giorni segnati nel libretto furono nelle risaie di Molinella. Alla stessa età risale il mio primo impegno politico. Di giorno in risaia, di sera in sezione a organizzare riunioni e manifestazioni.

A 35 anni io e mio marito abbiamo deciso di venire ad abitare a Ferrara, per far studiare i nostri due figli, così lasciammo Filo. Ricordo che sul camion che ci portava verso Ferrara piangevo.

Perché piangeva?

Perché volevo stare nel mio paese, Filo. Là mi sentivo qualcuno, ero segretaria della sezione Pci allora e membro del consiglio comunale ad Argenta.

Sono arrivata a Ferrara il 20 settembre del 1969 e il 1° di ottobre ho iniziato all’Udi. E non ho più smesso! Anche a Ferrara fui nel consiglio comunale, e per ben 17 anni.

Dopo, insieme alle altre colleghe dell’Udi abbiamo messo in piedi l’associazione Centro donna giustizia contro la violenza sulle donne. Tre anni fa ho lasciato il mio incarico da presidente, ma sono ancora dentro alle attività del centro.

Come vede la situazione della donna a Ferrara?

Vengono da noi moltissime donne ogni giorno, più di quanto si creda. A Ferrara un centro per le donne ci voleva e ci vuole ancora. Si pensa che non ce ne sia bisogno perché le donne sono emancipate, invece c’è ancora molta violenza, ci sono le crisi psicologiche. Noi offriamo sia la consulenza legale (il giovedì) che quella psicologica (il venerdì).

Dagli anni ’70 in poi, come ha visto cambiar la donna?

Le donne sono cambiate, siamo cambiate, solo che è la società che fa fatica a cambiare a favore delle donne. Non c’è da piangersi addosso, dobbiamo solo andare avanti. Andando avanti ovviamente ci si scontra con dei tabù, che magari pensiamo non esserci e invece ci sono, ancora.

Oggi vedo tante crisi di unione, anche di coppie non sposate. Vivono insieme, hanno dei figli, ma si separano, un po’ per incompatibilità, un po’ per violenze, un po’ perché la donna non accetta più di farsi sottomettere: vuole la sua libertà, che non vuol dire essere contro gli uomini. Vuol dire tener conto che anche le donne hanno una loro identità e dignità.

E su questo lei si è sempre battuta.

L’emancipazione della donna era il mio ideale, è tutt’ora il mio ideale. Io ho fatto delle grandi battaglie, dagli scioperi alle occupazioni di terreni, io ho sempre lottato per i diritti di tutti e in particolare delle donne.

Come vede la donna oggi?

Oggi le donne non capiscono più la lotta, la vedono in modo diverso. Molte dicono che non si faranno mai pestare i piedi, poi invece i piedi glieli pestano lo stesso. Le donne di oggi hanno trovato tante cose già fatte, e io provo anche a sforzarmi di capirle. La legge sulla maternità, sull’aborto, sugli asili, hanno già trovato tutto questo, mentre noi li avevamo come obiettivi. Noi andavamo in piazza a chiedere il servizio per l’asilo anche se non avevamo figli, lo facevamo per tutte le donne, per i diritti di tutti i cittadini. Oggi invece ognuno si accaparra qualcosa a spintoni e solo per sé.

Più che le lotte, a me piaceva l’impegno collettivo delle donne, che si univano per una causa comune.

Come ci si sente a compiere 80 anni?

Finalmente ci sono arrivata! Non ho nostalgia per il passato, io sono orgogliosa del mio passato, ma voglio capire cosa vogliamo ora per il futuro, non solo delle donne, ma di tutti. E questo ora è molto difficile da capire.

Poi ad Ansalda Siroli viene in mente un ricordo del suo primo lavoro, quello in risaia. “Per sopportare la fatica e per scaldarsi le donne cantavano insieme e così facendo si univano. Io quelle canzoni me le canto tuttora in macchina da sola o con mio marito. Insieme a quelle politiche”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com