Eventi e cultura
18 Aprile 2015
Maisto: “Ferrara arte una delle realtà più importanti a livello nazionale e d’avanguardia”

La mostra di un’intera epoca

di Redazione | 3 min

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unnamed (4)di Anja Rossi

“Ci sono vari modi di fare una mostra, questa è una mostra su un’epoca”. Queste le parole di Tomàs Llorens, curatore di ‘La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì’ insieme a Boye Llorens. Quella tra la fin de siècle e l’inizio del XX secolo è un’epoca dal tempo perduto, di proustiana memoria, un’epoca piena di produzione culturale e che va inscindibilmente raccontata da diversi punti di vista per comprenderla nella sua pienezza. Da qui l’idea di raccontare una città, Barcellona, in una parabola temporale che va dal 1888, anno dell’Esposizione universale che celebrava lo sviluppo e il rinnovamento della città, al 1909, anno segnato dalla ‘settimana tragica’, dove ci furono forti scontri e grandi tensioni sociali, velocemente repressi dal governo catalano, lasciando una ferita profonda che segnerà un’epoca.

Presenti all’incontro di presentazione, oltre al curatore, alla direttrice di Ferrara arte Maria Luisa Pacelli e al vice sindaco Massimo Maisto, vi erano anche la direttrice della Pinacoteca nazionale Anna Stanzani, Franco Cazzola della fondazione Carife e Gianluca Vitarelli, presidente Sipro.

E se la fondazione Carife, pur nelle difficoltà, intende ricominciare a farsi sentire anche sul versante arte, con l’idea di puntare sulla ricchezza che la cultura può produrre, l’assessore alla cultura e vice sindaco Massimo Maisto ribadisce anche l’importanza del “sistema Ferrara arte, una delle realtà più importanti a livello nazionale e d’avanguardia”, ricordando le produzioni di successo come la mostra su Boldini al Castello estense “già record di presenze” e la mostra su Antonioni, ora alla Cinémathèque française di Parigi. Proprio grazie alla serie di relazioni coltivate negli anni e dal lavoro di Ferrara arte, è nata la mostra che domani inaugura al palazzo Diamanti. Tomàs Llorens torna infatti a collaborare con il palazzo Diamanti, dando vita a un lavoro che, come lui stesso afferma è “la mostra non di alcune figure, ma di un’intera epoca, che ha lasciato il segno dopo di sé”.

L’immagine specifica di quel periodo è la città metropolitana. “È una città ambivalente – spiega Llorens – che diventa tentacolare, come un cancro che distrugge un modo di vivere, ma che è al contempo seduzione, la seduzione data dalla modernità”. Da questa duplicità nasce il modernismo catalano, che si conclude con un finale drammatico, presente negli umori e nelle istanze già ben prima dello scoppio della Grande guerra. Nell’architettura di Gaudì, nella pittura di Picasso, nei ritratti e negli oggetti, nelle varie sale del palazzo dei Diamanti si passerà dall’entusiasmo che si respirava a Barcellona in quell’epoca, alla sua più profonda disperazione. “Abbiamo voluto rendere ogni sala della mostra come un diverso capitolo che compone questo romanzo” conclude il curatore. Un romanzo in cui la proliferazione dell’immagine, dal ritratto alle riviste, dalla città allo spettacolarizzazione della città, dalla liberazione sentimentale alla nuova immagine della donna, lascerà man mano spazio a quel cancro dai mille tentacoli che divora ogni forma di seduzione.

La mostra, che inaugura domani e si prolungherà per la prima volta fino a fine luglio, vuole in questo modo essere punto centrale anche per i visitatori più giovani. “Proseguire fino al 19 luglio è una nuova sfida – conclude Maisto – perché vogliamo lavorare tanto durante le scuole aperte, quanto con i centri estivi e le famiglie una volta chiusa la scuola”. Il 2 maggio, inoltre, la mostra aderisce a Invasioni digitali, la piattaforma di rilievo internazionale alla quale ci si può ancora iscrivere (massimo 75 persone) e con cui si visiterà e fotograferà sia la mostra Lampi sublimi (gratis), sia questa nuova mostra, che tanta curiosità sta muovendo e che da domani sarà svelata.

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