Lettere al Direttore
19 Aprile 2015

No alla Orte – Mestre: e ora chi pensa alle condizioni della strada?

di Redazione | 3 min

E45 + E55: ormai è risaputo e arcinoto, per ottenere qualcosa di utile e serio in questa Italia devi fare …”casciara”.

Dopo l’eterna incompiuta, la Salerno-Reggio Calabria; dopo la variante di valico tra Bologna e Firenze, costata uno sproposito rispetto al progetto iniziale; dopo le SS 106 Jonica e Pontina – autentiche fabbriche di ‘morte’, blocco e rinvio ‘sine die’ della E 45 + E 55 – a cui è direttamente interessata la SS 309 Romea, proprio per salvaguardare l’habitat del nostro territorio e la “sicurezza” di chi viaggia. In qualsiasi modo.

Ma queste sono motivazioni che non reggono all’impatto con ambientalisti ed ecologisti in pantofole che, numerosissimi, pongono il loro veto ad ogni iniziativa per rendere più “sicure” ed “efficienti” – economicamente – le nostre strade. In quanto, beati loro, riescono a vivere di …aria.

Lanciamo allora una provocazione che potrebbe avere attuazione, come quando per ben 3 volte siamo andati sulla SS 309 Romea, facendo scomodora da Roma il Sig. Ciucci, prossimo ex Presidente di Anas, per decidere almeno alcuni interventi di urgente ‘messa in sicurezza’. Realizzare una lunga, interminabile sosta di file di camion da Mestre a Orte e viceversa. Per due giorni consecutivi. Allo scopo di sollecitare il Governo e il Ministro Del Rio a rivedere la propria scelta e scoprire cos’è l’Italia che ha dormito per 40 e più anni svillupando quello che gli ecologisti oggi contestano solo a parole, ovvero che oltre il 90% di merci in Italia viaggia su gomma. E non va molto meglio per le persone, costrette a viaggiare in auto per il costante degrado e l’inefficienza dei nostri trasporti “pubblici”. Dentro e fuori le città. Salvo che non si debba andare da Milano a Roma – il percorso della “burocrazia” e della “politica”, anzichè dello sviluppo imprenditoriale, economico e commerciale. Come invece fece l’Impero Romano oltre 2500 anni fa e delle cui realizzazioni ci serviamo ancora oggi.

E se l’Italia dei convegni e tavole rotonde fosse veramente quella che dice di essere in queste occasioni: Regioni – Comuni – Associazioni di categorie economiche e sociali e perfino singoli, lungimiranti imprenditori potrebbero coalizzarsi e proporsi di sostutirsi allo Stato, ai Governi, che cambiano opinioni e progetti con la stessa velocità – se non forse maggiore – con cui cambiano le stagioni, per realizzare e gestire in proprio opere strategiche di cui il Paese non può più fare a meno. Esattamente come ha fatto in proprio qualche lungimirante imprenditore, compartecipando ad iniziative analoghe – vedasi l’Autobrennero e l’autostrada Milano – Torino, creandosi in questo modo una gallina dalle uova d’oro utile anche per fare fronte a quelle necessità di cui, soprattutto i Comuni, continuano solo a denunciare la scarsità e i tagli di fondi pubblici messi a loro disposizione dallo Stato centrale.

Comitato per la Sicurezza Stradale “F. Paglierini”

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