Cento
18 Aprile 2015
Fp Cgil protesta contro le recenti problematiche relative alla lavorazione degli esami del sangue

“Il pronto soccorso non può essere un laboratorio analisi”

di Redazione | 3 min

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ps cento

(foto di Riccardo Scardovelli)

Cento. Più coinvolgimento degli operatori sanitari e ampliamento dell’organico per gestire il poct (point of care testing) al pronto soccorso. Sono queste, in sintesi, le due richieste lanciate da Fp Cgil durante il presidio svoltosi all’ingresso del ps di Cento, per protestare contro la decisione della direzione generale dell’azienda Usl di demandare la lavorazione dei campioni del sangue di tutto l’ospedale ai medici e agli infermieri dentro al pronto soccorso anziché al laboratorio analisi, come avveniva in precedenza.

“Non protestiamo contro l’inserimento del poct – mette subito le mani avanti Marco Blanzieri della Funzione Pubblica Cgil – ma inserire questo strumento al pronto soccorso, rischia di trasformare quest’ultimo in una sorta di mini laboratorio analisi. Questa macchina dovrebbe essere posizionata più vicino ai pazienti ma, se la scelta è già stata presa e imposta dall’alto, chiediamo almeno l’aumento del personale per gestire sia questa nuova attività che il servizio del pronto soccorso”.

Se la situazione rimane invariata, infatti, l’attuale centro non sembra essere proprio gestibile. “Ci sono solo tre operatori al pronto soccorso di Cento – spiega Blanzieri – che si ritrovano a gestire le uscite in ambulanza, le emergenze al ps e ora tutti gli esami di laboratorio dell’ospedale. La lavorazione dei campioni di sangue avverrà tutte le notti e nei pomeriggi di sabato, domenica e festivi, delegando al pronto soccorso una funzione aggiuntiva senza prevedere nessun aumento del personale, con il rischio di allungamento dei tempi di attesa degli utenti”.

Per scongiurare questo rischio, la Fp Cgil chiede di trovare le risorse per l’assunzione di almeno altri due infermieri: “Proponiamo una situazione organizzativa – specifica Blanzieri – con tre operatori sempre presenti di notte al pronto soccorso, e un operatore sempre presente sull’ambulanza che non deve più partire dal ps ma da un punto strategico del territorio, come viene fatto già da anni a Ferrara per gestire più velocemente ed efficacemente le emergenze”.

Oltre all’organizzazione del laboratorio analisi, all’Ausl viene contestato anche il poco coinvolgimento degli operatori stessi. “Vogliamo che l’azienda Usl coinvolga di più i suoi operatori nel processo di cambiamento – afferma il segretario della funzione pubblica di Cgil – perché i dirigenti si riempiono la bocca della parola ‘insieme’ ma poi non la applicano nella realtà. La scelta di inserire il poct nel pronto soccorso, infatti, non è stata condivisa con il personale, in pratica pochi decidono per tutti”.

La protesta potrebbe continuare anche nelle prossime settimane. “Abbiamo già lanciato la provocazione – racconta Blanzieri – di proporre anche a Cento il questionario qualitativo del Format per valutare il clima organizzativo dell’ospedale di Cento, già proposto all’ospedale Sant’Anna di Cona, e stiamo valutando la possibilità di organizzare un’altra iniziativa pubblica per il 23 o 25 aprile per sensibilizzare la popolazione su queste problematiche”.

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