Politica
16 Aprile 2015
Sistema 'a tre perle'. Palazzo Massari cuore pulsante della cultura e sviluppo tecnologico e green

La Ferrara che Tagliani immagina nel futuro

di Redazione | 3 min

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unnamed (1)di Francesco Altavilla

Se Ferrara 500 anni fa non era New York, come sarà Ferrara nei prossimi anni? Una domanda alla quale ha risposto il sindaco Tiziano Tagliani durante l’incontro alla sala dell’Arengo, organizzato dal think tank “Pluralismo e Dissenso”.

Il confronto con i direttori delle testate d’informazione locale è stato l’occasione per il primo cittadino di raccontare quale immagina che sarà la città degli Estensi nel futuro prossimo e meno prossimo.

Ed è una realtà dai diversi poli di attrazione quella che ha in testa Tiziano Tagliani che da una sinergia tra alto ferrarese, città e delta vorrebbe creare un “sistema a tre perle, in cui c’è la manifattura d’eccellenza, la città d’arte e di cultura e il turismo naturalistico”. Anche perché il punto di partenza non può essere “un modo di ragionare tipico del ferrarese, che dice che Ferrara 500 anni fa era New York. Non posso fermare il mondo per far scendere il turista qui. Devo invece creare le condizioni affinché il turista decida di fermarsi”

La prospettiva in cui si deve entrare nella progettazione e nel lavoro per una città che punta a qualificarsi e riqualificarsi come “museo diffuso e vivo” è quella per cui l’amministrazione locale deve far recepire ai cittadini il messaggio per cui “è nell’interesse collettivo spingere insieme per la bellezza della città”. In questo percorso si colloca la volontà di Tagliani di riqualificare prossimamente piazza Verdi e piazza Travaglio, cercando di coniugare la volontà di allargare il centro storico il più possibile con gli obblighi di bilancio presenti nei provvedimenti governativi, come la Legge di Stabilità. “È un fatto però che la mia amministrazione abbia ridotto il debito cittadino non rinunciando ad interventi di riqualifica, come quelli del sagrato del Duomo o di piazza Trento e Trieste, coniugando queste operazioni con le misure imposte dalla Legge di Stabilità e dalla difficile situazione dettata dalla crisi economica. La promessa è quella di ridurre ulteriormente il debito cittadino, che all’inizio del mio primo mandato era di 170 milioni di euro, al 50% al termine di questo mio secondo incarico” ha annunciato il primo cittadino.

Tra gli interventi che Tagliani immagina nella sua Ferrara di arte e cultura, ha particolarmente colpito l’immaginario della platea, quello che riguarderebbe Palazzo Massari. “Ci stiamo adoperando affinché Palazzo Massari diventi il cuore pulsante della cultura cittadina, sede di esposizioni permanenti, sede di una biblioteca, che si affianchi al Palazzo dei Diamanti, che continuerebbe a costituire l’eccellenza artistica della città”.

Accanto alle opere di riqualificazione trova spazio anche “un centro storico più largo”, che non deve spaventare il commerciante: “spostare di qualche decina di metri la bancarella può voler dire fare l’interesse collettivo in termini di attrattività”.

Nella “Ferrara del futuro” c’è spazio anche per la chimica verde, con sede nell’attuale Polo chimico, un progetto, però che vede la difficoltà oggettiva di trovare investitori interessati ma riscuote la piena adesione dell’amministrazione che ha come impegno quello di “continuare nella bonifica di aree degli impianti, passaggio fondamentale a patto che si investa nell’innovazione anche nel settore chimico”.

Ai suoi successori Tagliani ha idealmente indicato la via da seguire, senza “pretese dinastiche”: che “si continui a perseguire l’interesse dei cittadini, che non si sprechino soldi e che si investa nella nuova economia, fatta di eccellenze, innovazione e etica ambientalista”.

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