Eventi e cultura
16 Aprile 2015
Intrigante tema ad "Anatomie della Mente" con Stefano Caracciolo e Matteo Balestrieri

Delirio del cinema e cinema del delirio

di Redazione | 2 min

cinema“Delirio del Cinema e Cinema del Delirio”. E’ questo il tema intrigante del quarto appuntamento di Anatomie della Mente, il fortunato ciclo di conferenze di varia psicologia, organizzate da Stefano Caracciolo, docente di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, che si terrà oggi, giovedì 16 aprile, alle 16.30 nella storica sede della biblioteca Ariostea.

A parlare di quando un film ti fa impazzire e quando si impazzisce nei film, saranno Caracciolo e Matteo Balestrieri, docente di Psichiatria dell’Università di Udine, coautori di due volumi sulla Psicopatologia al Cinema (Vero Come La Finzione), che, nel corso della conferenza, presenteranno e commenteranno spezzoni cinematografici tratti da tanti capolavori della cinematografia internazionale in tema di delirio.

È lo stesso Caracciolo ad anticipare l’argomento della conferenza: “Allora il cinema è delirante? Esiste nel cinematografo un disturbo di rappresentazione della realtà ? Sì, il cinema è un delirio che è nato il 28 dicembre 1895 a Parigi al Grand Café sul Boulevard des Capucines, in quanto distorce la realtà attraverso un’illusione ottica. Le immagini in movimento ebbero un impatto impressionante con l’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (L’arrivée d’un train en gare de la Ciotat): in quella prima proiezione molti spettatori fuggirono spaventati come se il treno stesse davvero correndo verso di loro”.

“Del resto percezioni distorte ed elementi deliranti – prosegue Caracciolo – stanno spesso alla base dei rapporti fra arte e follia: come dimenticare i mostri dell’inconscio dipinti da Füssli, le folli trasformazioni degli orologi liquidi concepite da Salvador Dalì, le magiche realtà disegnate nelle prospettive impossibili di Escher? Come non considerare deliranti le distorsioni musicali della musica psichedelica dei Vanilla Fudge, del progressive rock allucinogeno dei Pink Floyd o dei King Crimson? E quanti autori di cinema hanno proiettato deliri sul grande schermo! Le magiche visioni di Fellini, le psichedeliche immagini di Kubrick in 2001 Odissea nello spazio, nel cui finale altri mondi ed altre dimensioni scorrono sullo schermo con effetti di straniamento e irrealtà, le inquietanti distorsioni deliranti di Darren Aronofsky (Pi Greco – Il teorema del Delirio, Cigno nero) o le barocche raffigurazioni filmiche dei deliri di Terry Gilliam (La Leggenda del Re Pescatore, L’Esercito delle 12 Scimmie, Paura e Delirio a Las Vegas) o, infine, le surreali realtà cariche di simbolismo di Jodorowsky (La Montagna Sacra).

“Esistono poi, più o meno fedeli, le rappresentazioni filmiche di psicopatologie e di disturbi mentali – conclude Caracciolo – come raccontate in innumerevoli storie di follia delirante, da Shine di Scott Hicks a A Beautiful Mind di Ron Howard, da Spider di David Cronenberg a Shutter Island diretto da Martin Scorsese”.

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