Carlo Giovanardi (foto di Vincenzo Iaconianni, licenza CC BY-SA 3.0)
La giunta per le immunità parlamentari ha dato l’ok per l’autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale di Ferrara nei confronti del senatore Carlo Giovanardi in merito all’intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica “La Zanzara” nella quale definì “un cuscino” il sangue dietro la testa di Federico Aldrovandi.
Il parere positivo per il passaggio al Senato è arrivato durante la seduta del 31 marzo. Dopo interventi in discussione generale è intervenuta la relatrice Nadia Ginetti che ha sottolineato come nelle parole del senatore non sia riscontrabile un nesso funzionale tra la dichiarazione fuori dai luoghi deputati all’attività parlamentare in senso stretto e atti o interventi ufficiali compiuti dallo stesso.
Il presidente Dario Stefano ha posto ai voti la proposta della relatrice medesima e la Giunta ha accolto a maggioranza la proposta di prospettare all’Assemblea che le opinioni espresse extra moenia dal senatore Giovanardi, relativamente alla foto ritraente Federico Aldrovandi deceduto, steso sul letto dell’obitorio, mostrata da Patrizia Moretti durante il sit-in del Coisp in piazza a Ferrara il 27 marzo 2013, non rientrano nell’ambito della prerogativa dell’insindacabilità, di cui all’articolo 68, primo comma, della Costituzione.
“Quella macchia rossa dietro è un cuscino […] – disse Giovanardi intervistato dalla trasmissione di Radio 24 il 30 marzo 2013, due giorni dopo il sit-in del Coisp organizzato in piazza a Ferrara dal sindacato per protestare contro la carcerazione degli agenti condannati per l’omicidio colposo di Aldrovandi -. Gli avevano appoggiato la testa su un cuscino”; “No, non è sangue. Ma neanche la madre ha detto che è sangue e neanche lo può dire. Perché non è così”, le altre frasi da lui pronunciate.
Per queste frasi il tribunale di Ferrara – per mano della gip Monica Bighetti – ha chiesto l’autorizzazione a procedere per diffamazione aggravata nei confronti di Patrizia Moretti: quella foto era vera e dietro Federico Aldrovandi non c’era un cuscino, ma sangue.
Giovanardi era stato anche sentito dalla giunta per le immunità parlamentari e aveva depositato una memoria nella quale spiegava le proprie ragioni. Secondo la ricostruzione del senatore durante il processo di primo grado vi fu un dibattito proprio sulla macchia rossa della foto, scattata in obitorio, mentre non ve n’erano nelle fotografie scattate immediatamente dopo il decesso (in realtà c’erano, ndr).
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