Economia e Lavoro
31 Marzo 2015
Nell'ultimo anno persi 151 posti. Verifica per Servizi Ospedalieri. Attesa dei sindacati per la svolta green

S.O.S. Polo chimico, servono investitori

di Redazione | 4 min

unnameddi Francesco Altavilla

Qual è lo stato delle cose in merito al futuro del polo chimico di Ferrara ed alla situazione produttiva dell’azienda Servizi Ospedalieri? Sono queste le motivazioni che hanno spinto i rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil a richiedere alla regione Emilia Romagna un doppio tavolo di discussione su queste vertenze.

Per quanto riguarda l’azienda Servizi Ospedalieri si procederà ad una verifica di quanto previsto dall’accordo sottoscritto nel gennaio 2014 con il ministero del Lavoro e delle Attività Produttive, in merito alla cessazione dell’attività dell’impresa in questione a Porto Garibaldi e al ricollocamento del personale, circa 114 persone. Attualmente, gli ex dipendenti della Servizi Ospedalieri stanno godendo della cassa integrazione straordinaria, che durerà per tutto il 2015, anche se l’accordo prevedeva il ricollocamento entro un anno di almeno un terzo dei dipendenti, e di tutto il personale entro la fine dell’anno in corso.

Dal verbale dell’accordo emerge inoltre che l’azienda avrebbe dovuto avere contatti con un advisor di cui non è ancora nota l’identità e che avrebbe dovuto avviare una nuova attività utile a ricollocare il personale; in alternativa la Servizi Ospedalieri avrebbe dovuto assumersi l’onere di riassorbire nel proprio perimetro di attività i 114 lavoratori in cassa integrazione straordinaria. “Andiamo in regione a chiedere una verifica di quanto si è fatto e quanto ci sia ancora da fare – ha precisato Fausto Chiarioni, segretario Filctem Cgil –, con l’impressione che sia necessaria un’accelerazione data la complessità del quadro che si prospetta, in un contesto territoriale già gravemente provato dal prolungato periodo di crisi”.

A proposito del futuro del polo chimico di Ferrara i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil si siederanno oggi (martedì 31 marzo) in Regione per riallacciare la discussione avviata al tavolo operativo del luglio 2013, alla presenza della amministrazione regionale, dell’amministrazione comunale e provinciale, dell’agenzia per lo sviluppo Sipro e dell’Unione degli Industriali. “Ciò che più allarma è il dato occupazionale – sentenzia Chiarioni –: nell’ultimo anno al polo chimico si sono persi complessivamente 151 posti di lavoro, circa il 10% degli occupati”.

Preoccupa i rappresentanti sindacali anche la riduzione dell’attività del centro di ricerche di Basell. L’individuazione di misure di rilancio, tra cui l’interessamento di aziende come Novamont e Mossi Ghisolfi sono rimasti lettera morta. “D’altra parte va segnalato l’impegno dell’azienda consortile allo sviluppo Aster tramite la quale la regione Emilia Romagna ha finanziato uno studio delle Università di Bologna e Ferrara sulla produzione di materie plastiche dal cascame di produzioni industriali, un passo verso la chimica verde e la green economy”. Alle istituzioni i sindacati chiederanno un’intercessione presso il ministero affinché intervenga in difesa delle attività già avviate.

Le criticità che Chiarioni ha sottolineato nel quadro del polo chimico ferrarese sono due. In primo luogo il futuro della centrale elettrica di Ferrara (Cef), in corso di aquisizione da EPH, che rileverà l’impianto dalla tedesca E.ON. “L’attività della centrale va garantita, la sua fuoriuscita dalla rete energetica nazionale, paventata da voci ufficiose, sarebbe difficilmente sostenibile secondo logiche squisitamente di mercato” ha precisato Chiarioni. In secondo luogo il problema della fornitura di materie prime. Il cui approvvigionamento non è stato sempre garantito perfettamente nel periodo in cui venne momentaneamente chiuso il cracking di Marghera, principale fornitore di monomeri di Basell e Versalis.

Proprio da quest’ultima azienda è giunta la promessa, durante un incontro nella sede di Unindustria, il 14 gennaio scorso, di un investimento di circa 200 milioni di euro per la realizzazione all’interno del polo chimico di un nuovo impianto di produzione gomme, giudicato concordemente dai sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil “fondamentale per la solidità ed il futuro del centro petrolchimico ferrarese, nonostante la garanzia di termine dei lavori sia nel 2017”. “La domanda che faremo alla regione sarà quella di impegnarsi a trovare altri investitori che potranno essere attirati al polo chimico solo se sarà istituita una direzione locale che gestisca in maniera univoca i rapporti con le istituzioni” ha precisato Chiarioni.

“Andiamo in Regione – aggiunge Stefano Mantovani, segretario generale di Femca Cisl – per riportare l’attenzione della nuova amministrazione sugli impegni presi dai loro predecessori. Siamo preoccupati per le tante criticità dalle materie prime all’accordo di programma, ad ora sospeso, che poteva essere quell’utile cabina di regia di cui prima abbiamo parlato”.

“Dalla Regione ci aspettiamo sostegno per i tavoli di contrattazione di livello nazionale oltre ad un’applicazione della legge 14 del luglio 2014 che vuol valorizzare progetti e investimenti orientati alla sostenibilità che probabilmente consentirebbe al polo chimico di accedere ai finanziamenti della Comunità Europea che premiano le catene di produzione a basso impatto ambientale” ha chiosato Vittorio Caleffi di Uiltec Uil.

La prospettiva condivisa dai rappresentanti dei tre sindacati è quella di dover orientare l’azione nel polo chimico verso la creazione di “multiutility” di aggregazione aziendale proiettate verso la chimica verde e la green economy, che “sono certamente il futuro, ma non sono ancora in grado di soppiantare del tutto la chimica tradizionale”.

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