Cento
31 Marzo 2015
Convinse un cassaintegrato ad aprire un coop di trasporti e fargli firmare assegni in bianco

Approfittò del disagio psichico dell’amico, condannato

di Daniele Oppo | 2 min

tribCento. Approfittò della sua situazione di disagio psichico, prima facendoselo amico e poi invitandolo a costituire una società cooperativa grazie alla quale riuscì a sottrargli 10-15mila euro.

Il giudice Debora Landolfi ha condannato a 2 anni 6 mesi di reclusione più una multa da 260 euro Felice Fusco, 43enne di origini napoletane e residente a Cento per circonvenzione di incapace ai danni di un 39enne centese, ‘manipolato’ nel 2009, periodo in cui si trovava in uno stato di profonda depressione personale e professionale (l’azienda per cui lavorava era in cassa integrazione), tanto da essere in cura presso il Centro di salute mentale di Cento.

Secondo la ricostruzione del pm Stefano Antinori fatta durante la requisitoria, Fusco – insieme alle moglie e a un amico (entrambi però assolti per non aver commesso il fatto) – avrebbe approfittato della situazione di disagio del 39enne a quei in cassa integrazione fino a convincerlo a costituire una coop di trasporti logistici e consigliandogli anche di interrompere la terapia medica cui era sottoposto. L’uomo venne costretto ad aprire dei conti correnti per i quali gli furono consegnati dei libretti per gli assegni che compilava in bianco in condizioni di pressione psicologica e minacce da parte di Fusco. Venne anche costretto ad aprire finanziamenti e coperture assicurative, sempre usando la propria busta paga, il proprio Cud e la propria carta d’identità.

Quando poi alcuni assegni vengono protestati l’uomo avrebbe subito ulteriori minacce per coprirli con i propri soldi.

Prima della discussione è stato sentito anche il direttore di una filiale Unicredit di Cento presso la quale venne aperto un conto corrente: al centro della testimonianza il tentativo da parte di Fusco di incassare un assegno circolare da 17mila euro, che il direttore però non cambiò, avvertendo al contempo la vittima: “Mi apparì confusa, non capiva cosa stesse succedendo e per questo gli consigliai di farsi aiutare da un avvocato”, ha raccontato il testimone.

Il giudice ha riconosciuto colpevole solo Fusco condannato anche a pagare le spese giudiziarie e i danni, quantificati in 10mila euro da versare alla vittima, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Riccardo Maccaferri.

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