Cronaca
30 Marzo 2015
Dal Treno Verde la proposta di potenziamento del trasporto pubblico ferroviario tra Parma e Verona

Legambiente: “Bloccare la Tirreno-Brennero per salvare l’agricoltura”

di Redazione | 3 min

2096173758_53435a0c13Prati, seminativi, rive fluviali, boschi ripariali, siepi e filari: un mosaico di ambienti con caratteristiche di pregio: “paesaggi e  campagna agricola condannati ad essere asfaltati dall’inutile moncone di autostrada Tirreno-Brennero. I prodotti dell’eccellenza agroalimentare dell’Emilia-Romagna rischiano di essere compromessi dall’ulteriore cementificazione di territorio agricolo”. È per questo che Legambiente chiede al Governo e istituzioni regionali di fermare subito la Ti-Bre e potenziare invece il trasporto pubblico ferroviario con il completamento della tratta di collegamento Parma-Piadena-Mantova-Verona.  La proposta è quella di un accordo transattivo con la ditta Pizzarotti spa (che ne ha le competenze) per convertire i lavori dell’appalto del 1° lotto, di cui è aggiudicataria, con lavori di pari importo da individuare all’interno del progetto ferroviario del Ti-Bre e di adottare una legge per autorizzare Autocisa spa ad accantonare i rincari dei pedaggi già garantiti sulla A15, in ragione del 7,5 % annuo per 8 anni, per finanziare il Ti-Bre ferroviario anziché quello autostradale.

È questo, in sintesi, quanto emerso nel corso dell’incontro “Agricoltura o cemento? Ti-BRE e altre autostrade contro l’alternativa del trasporto ferroviario”,svoltosi questa mattina a bordo del Treno Verde, la storica campagna nazionale di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato in sosta fino a domani al binario 1 della stazione di Parma. All’incontro erano presenti tra gli altri  Lorenzo Frattini, presidente di  Legambiente Emilia-Romagna; Cesare Vacchelli, referente comitati e associazioni ambientaliste del Casalasco, Massimo Lotti, consigliere regionale Pd; Nicola Bernardi, sindaco di Sissa Trecasali; Fabrizio Savani, consigliere comunale Movimento 5 Stelle Parma.

Un’alternativa a questa opera, come detto, è la realizzazione del TI-BRE ferroviario, che prevede di collegare la ferrovia Pontremolese ad altri tratti di ferrovia già esistenti arrivando fino a Verona: costerebbe la metà e salverebbe dal cemento terreno agricolo, prati stabili, fontanili ed ecosistemi in cui nidificano specie rare. Nel corso dell’incontro è stato, inoltre, presentato lo studio sul completamento della direttrice ferroviaria realizzato dallo studio Eidos soc.coop e commissionato da Ti.Bre srl.

Un’opera che ora è percepita chiaramente come inutile da molti amministratori locali. E contrari alla sua realizzazione si sono detti gli stessi amministratori presenti questa mattina a bordo del Treno Verde, ai quali Legambiente, assieme a cittadini e comitati casalaschi, chiede ora di raddoppiare gli sforzi per ridiscuterla, informare, cambiare i progetti e vigilare sulla legalità.

“L’agricoltura di qualità della nostra regione rischia di essere compromessa da una nuova insensata colata di cemento e asfalto – spiega Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna -. Una minaccia concreta per il tanto decantato cuore della Food Valley, senza che nemmeno vi sia un vantaggio trasportistico. Pensare di poter risollevare l’economia attraverso la mobilità su gomma, con progetti risalenti ad oltre 30 anni fa e che oggi mostrano, studi alla mano, la loro inutilità, è assolutamente inaccettabile per una regione che dovrebbe porsi l’obiettivo di essere un punto di riferimento a livello europeo per quanto riguarda il corretto uso del suolo e la promozione della mobilità pubblica e sostenibile di cittadini e merci”.

“L’autostrada Tirreno-Brennero – spiegano i responsabili Legambiente – è un progetto vecchio che risale agli anni ’70 e che è stato riesumato nel 2009 per consentire alla Società autostradale di prorogare in automatico la concessione fino al 2031. Il tutto costerà oltre 513 milioni di euro, di cui 30 per nuove strade cosiddette “complementari” e viabilità di cantiere; denaro che AutoCisa ricaverà tramite un aumento del pedaggio del 7,5% all’anno per 8 anni, dal 2010 al 2018. È stata pensata con il miraggio di collegare AutoCisa all’AutoBrennero, ma in realtà unirà solo Ponte Taro a Trecasali, due località nella bassa parmense: 9 chilometri di nuova autostrada che attraverseranno 2 Siti di Interesse Comunitario e distruggeranno più di 70 ettari di suolo”.

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