Comacchio
27 Marzo 2015
Bagarre a Comacchio, dove Michetti propone una mozione contro Provasie gli ex 5 Stelle escono dall'aula

Un consiglio comunale tra ‘minacce’ e sedute segrete

di Redazione | 3 min

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unnamed (43)Comacchio. Un consiglio comunale fiume che inizia con la premiazione degli angeli del mare intorno alle sette e finisce pochi minuti dopo che le forze dell’ordine fanno sgombrare gli spettatori dalla sala a causa del passaggio a seduta segreta decretato dal presidente verso l’una.

I motivi del contendere sono vari, così come le squadre in campo: Legambiente si schiera contro la maggioranza sulle modifiche al regolamento edilizio, l’opposizione di centrodestra di Di Munno attacca la gratuità delle ‘gondole’ di Comacchio e la loro assegnazione ad associazioni di volontariato, mentre Michetti dell’Onda porta in consiglio una mozione contro Provasi a seguito di “minacce, intimidazioni o ricatti, decidete voi” ricevuti per sms circa un mese fa.

Prima di tutto c’è la variante al regolamento edilizio, che vuole variare le destinazioni d’uso dei terreni destinati a campeggi in villaggi turistici e permettere la trasformazione a fini abitativi dei sottotetti consentendo anche l’allungamento della struttura in conformità col piano regolatore. “Nei campeggi la percentuale di piazzole in cui si possono costruire unità fisse è solo del 35%, nei villaggi turistici si può arrivare fino al 100. Ce n’è abbastanza per rimanere stupiti e indignati”, scrive in un comunicato Legambiente. L’amministrazione fa rispondere ai tecnici, secondo i quali a Comacchio questa possibilità non esista e l’adeguamento normativo passa a maggioranza.

Michetti nel frattempo, guardato a vista dagli esponenti della consulta popolare, dopo aver attaccato l’amministrazione sui verbali dei regolamenti coglie in fallo il consigliere Modonesi, chiedendogli di commentare la delibera sulla razionalizzazione delle società partecipate e ricevendone un diniego. “Lì ci sono consiglieri che stanno lì a scaldare la sedia, e ieri ne abbiamo avuto la prova del nove”.

Poi, dopo un breve confronto tra Di Munno e il sindaco sui servizi di trasporto all’interno dei canali – per i quali è stato approvato un nuovo regolamento –, tocca alla mozione contro Provasi, il quale circa un mese fa avrebbe mandato un sms a Michetti dal testo “Visto che non hai avuto nessuna cortesia ti restituirò quello che meriti con calma e nel tempo” dopo una discussione sui parcheggi a pagamento su Facebook. La prima discussione è sulla pubblicità o meno della seduta, a questo punto. Dopo un commento del segretario generale il presidente del consiglio, Robert Bellotti, anche viste le grandi mancanze in merito nel regolamento comunale, inaugura un precedente chiedendo al consiglio comunale di votare la pubblicità della seduta. Gli ex M5S votano a favore e contestualmente escono dall’aula. Dalle sedie degli spettatori partono alcune contestazioni.

Michetti inizia a leggere il suo intervento, parla di minacce ed intimidazioni, venendo subito ripreso da Bellotti. Nel giro di pochi secondi l’assise viene sospesa per dieci minuti. Alla ripresa Bellotti, mancando anche il numero legale per una qualsiasi votazione, abbandona il precedente e decide d’imperio di passare a seduta segreta. Lo streaming si interrompe, le forze dell’ordine fanno sgombrare l’aula. Michetti, contro ogni previsione, rimane dentro per qualche minuto in cui protesta, poi esce dalla porta principale della sala consiliare. Tempo dieci minuti e il consiglio finisce.

“Hanno dimostrato che hanno voluto vendere ai cittadini quello che non sono”, è il commento finale di Michetti. “Quella di ieri sera è stata una strategia per non far trapelare nessuna notizia, all’inizio hanno fatto finta di voler tenere le porte aperte poi se ne sono andati via. Se siamo in democrazia prima mi ascolti poi decidi se la cosa ti interessa o meno. In questo modo hanno autorizzato il presidente a rendere la seduta a porte chiuse. Di fatto hanno voluto a tutti i costi che non parlassi perché se avessi detto quella frase lì c’è un segretario generale, perché se avessi detto ‘a me Provasi ha detto questo e questo’ lui avrebbe dovuto automaticamente denunciare. Si sono organizzati per censurarmi”.

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