Gli ‘amori proibiti’ all’interno della curia tornano a far capolino nelle cronache giudiziarie ferraresi. Continua infatti l’inchiesta sul prete della diocesi di Ravenna, ma in servizio nella provincia estense, denunciato per violenza sessuale da un ragazzo, laico consacrato che frequentava assiduamente la diocesi di Ferrara. Un’accusa priva di fondamento secondo la procura di Ferrara, che ha chiesto l’archiviazione per il ‘don’ sostenendo che i rapporti tra i due fossero consensuali, sollevando però l’opposizione dell’avvocato del giovane, Nicola Casadio, che chiede un rinvio a giudizio per il prelato.
I fatti al centro dell’inchiesta avvennero nel 2012, quando l’amicizia e il rapporto spirituale tra il giovane, temporaneamente a Ferrara per frequentare una comunità spirituale, e il parroco si trasformò in qualcosa di più profondo. Ma se i rapporti sessuali sono stati ammessi da entrambe le parti, resta ancora da chiarire se il giovane fosse consenziente o meno nella sua relazione con il ‘don’. Il giovane infatti ha denunciato il prete nell’ottobre del 2012 e la procura (inizialmente di Ravenna, poi di Ferrara per competenza territoriale) cominciò a indagare sui trascorsi tra i due acquisendo tabulati, sms telefonici e chat via internet.
Fu proprio durante questa indagine che gli inquirenti trovarono alcuni messaggi tra il giovane e uno suo amico, nei quali il laico consacrato parlava della propria relazione con il parroco senza parlare di violenze o costrizioni. Un elemento che ha contribuito alla richiesta di archiviazione della procura, che non ha ritenuto attendibili parte delle dichiarazioni del ragazzo. Al punto che il prete ha a sua volta denunciato il suo accusatore per calunnia. Il giovane, dal canto suo, cita almeno quattro episodi in cui sarebbe stato costretto a restare solo con il suo presunto stupratore, e anche in un’intervista pubblicata su un quotidiano ravennate parlò di altri episodi più che imbarazzanti per il prete, mostrando suo un messaggio ‘sospetto’ che recitava: “Mi sono innamorato di te. Per questo ho reagito così bruscamente. Non volevo perderti”. Il giovane afferma di essere stato addirittura malmenato durante una visita a Bologna (con tanto di ricovero e 5 giorni di prognosi) e dei nickname che il prelato avrebbe utilizzato per accedere a vari siti hard su internet.
I rapporti tra i due si deteriorano dopo poco tempo con l’allontanamento del giovane dalla struttura gestita dalla curia, dove aveva ‘sforato’ il tempo di permanenza consentito di due settimane. Ma secondo l’avvocato Roberta Callegari, che assiste il ragazzo, si sarebbe trattato di una sorta di ripicca del prete, che nel frattempo aveva saputo della denuncia a suo carico. Spetterà ora al gip stabilire se proseguire l’inchiesta in udienza preliminare o accettare la linea della procura ferrarese.