Attualità
25 Marzo 2015

Perchè dobbiamo adottare i nostri figli

di Redazione | 5 min

Nella maggior parte dei paesi Europei, questo articolo non sarebbe necessario, in Italia invece lo è. Purtroppo.

In questi tempi c’è in parlamento una proposta di legge conosciuta meglio come “ddl Cirinnà” http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00703433.pdf che finalmente dovrebbe regolamentare e unioni civili gay – guai chiamarle matrimonio altrimenti pochi sensibili reazionari e conservatori potrebbero avere un ictus all’istante.

In realtà sono molto scettica che questa proposta diventi legge e benché non la condivida, sarebbe almeno un primo passo nei confronti di milioni di omosessuali italiani che vengono considerati italiani di serie B. Come faccio a dire che siamo milioni? Il calcolo è facile: secondo il dato ISTAT 2012 la popolazione omosessuale italiana si aggira il 3% considerando quelli dichiarati, la proiezione è del 8-10% per cui se siamo 60 milioni circa, è facile parlare di milioni di persone discriminate.

Ritornando alla proposta di legge di cui sopra, non la condivido perché per dirla come il premier Cameroun – “ il matrimonio egualitario è una questione di diritti umani e di uguaglianza. Punto” aggiungo io: “tutto in resto è aria fritta”.

Detto ciò si capisce che di cammino qui in Italia ce n’è da fare tanto, anche se alla fine sono convinta che si arriverà all’obiettivo ( ovvero al matrimonio ugualitario) – intanto prendiamo quello che (forse) ci verrà dato.

Lo scoglio più grosso in assoluto di questa proposta è la stepchild adoption che rispetto a quella tedesca di cui parlava Renzi si sta riducendo ad una sorta di adozione speciale all’italiana.

Pare che il grosso della preoccupazione di certi perbenisti preoccupati per il futuro dei bambini (ma non certo per quei 100.000 – dati Modi.di del 2005 –  con almeno un genitore gay) è che con le unioni civili, le adozioni potrebbero essere aperte agli omosessuali.

Rilassatevi signori, niente panico, la Stepchild non dice questo, semplicemente permette al coniuge del genitore non biologico di adottare il figlio nato all’interno di quella coppia, cioè si tratta dell’adozione da parte del genitore non biologico ( brutto termine!), di suo figlio per trasmettergli una serie di tutele e di diritti e al contempo dare a detto genitore dei doveri.

Allo stato attuale invece i bambini in Italia sono figli di ragazza madre o di ragazzo padre, l’altro genitore a tutti gli effetti non è nessuno per la legge; non ha doveri né diritti nei confronti di questi bambini (e su questo ci sarebbe da scrivere moltissimo perché le forze reazionarie non vogliono abbiamo gli stessi diritti degli altri).

Cosa vuol dire questo quotidianamente?

In pratica se per le famiglia e il vicinato si sono abituati e trovano normale sentire chiamare mamma e mamma, il genitore affettivo (ecco questo temine mi piace di più) ha bisogno di deleghe per andare a scuola a prendere suo figlio al pari di una baby sitter o di un nonno, se dovesse accadere qualcosa di grave come un incidente e il genitore biologico non è presente o cosciente, le decisioni verrebbero prese dai medici in quanto il genitore affettivo non può intervenire.

Non parliamo poi del caso più estremo, quello dove il genitore biologico venisse a mancare: il figlio potrebbero essere affidato ad una casa famiglia in quanto dovrebbe intervenire il tribunale dei minori.

Vi immaginate dei bambini strappati dalle loro case e dai loro affetti per un formale vuoto legislativo?

Ma i casi più comuni sono quelli di separazione perché, udite udite, anche le famiglie omogenitoriali talvolta si separano! (vagamente mi ricorda il titolo della telenovela brasiliana che guardava anni fa la mia mamma) e come al solito il prezzo più gravoso è quello pagato dai figli.

Tutte le separazioni sono una sofferenza, specie se non si ha a capacità e la maturità di gestirla al meglio per amore dei figli. E’ dolorosa per gli adulti che comunque devono affrontare il lutto della fine di una relazione e talvolta con tutte le complicanze, ma sopratutto per i figli che nell’arco di poco tempo vedono cambiare la loro vita e le figure di riferimento che erano i genitori, separarsi. A questo dolore si potrebbe aggiungere la conflittualità che in assenza di leggi e tutele potrebbe scaturire in atteggiamenti del tipo vietare di vedere il bambino poiché non c’è nessun vincolo riconosciuto tra il bambino e il genitore affettivo (vedi il caso di Milano del 1999 dove Maria non vede i suoi figli da 6 anni – deve aspettare ancora 3 anni ossia quando saranno maggiorenni per potergli finalmente parlare) oppure al contrario il genitore affettivo potrebbe alzare i tacchi ed andarsene per la sua strada senza particolare attenzione alla crescita e mantenimento del bambino. In fondo storie di questo tipo le conosciamo fin troppo bene anche in separazioni tra coppie etero. Tuttavia la mancanza di una legge a tutela del bambino in primis e del coniuge poi, genera ulteriore destabilizzazione in queste famiglie .

Ma i bambini in tutto questo cosa pensano?

Sicuramente fino a quando sono piccoli, parlo fino ai 4-5 anni non si rendono conto dello sbilanciamento di potere sociale di un genitore rispetto all’altro. Però dall’età scolastica cominciano a percepire una diseguaglianza ovvero che c’è un genitore che ha autorità e potere decisionale ed uno no. In pratica a quest’età si comincia a capire per esempio che uno può firmare a scuola e può eleggere ed essere eletto ed uno che non può farlo, crescendo se da un punto di vista affettivo non cambia nulla, si rendono conto del mancato riconoscimento dell’altro e di conseguenza fanno quadrato rassicurandolo oppure volendo, per esempio, che in ogni comunicazione vengano poste le firme di entrambe, a testimonianza che entrambi sono genitori. Paradossalmente si sentono investiti di una sorta di responsabilità di dover proteggere quell* che non ha diritti, ma non spetta a loro, basterebbe una semplicissima e civilissima legge .

Quando l’amore è ostacolato per legge, è la legge che deve cambiare” D. Cameron

 

L’11 aprile sotto il volto del cavallo dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 17,00 si terrà la raccolta di firme per TrascriviAMO – trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso – Un atto di civiltà.

Roberta Zangoli

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