Cronaca
6 Marzo 2015
Sapigni: “Siamo la provincia con le percentuali di immigrazione più basse”

Immigrazione oltre i luoghi comuni

di Redazione | 4 min

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Era la vigilia di Natale dello scorso anno. Per le feste si ritrovano assieme, con le rispettive famiglie, due fratelli tra i quali, per questioni legate all'eredità paterna, negli ultimi tempi non corre buon sangue. Il più giovane dei due, classe 1976, abita nella casa di Pieve di Cento ereditata come proprietà indivisa

unnamed (1)di Anja Rossi

Un incontro dai toni anche burrascosi è stato quello di “I permessi di soggiorno nella normativa, oltre i luoghi comuni”, ultimo del ciclo del progetto “Area stazione… e oltre”, predisposto dall’Ufficio sicurezza e dal Centro di mediazione presso la sala polivalente del Grattacielo. Si è cercato di andare “oltre i luoghi comuni”, ma le questioni immigrazione, asilo politico e la situazione umanitaria degli ultimi mesi sembrano coinvolgere direttamente alcuni ferraresi. Soprattutto le nuove generazioni presenti in sala cercavano di capire i ben più annosi problemi nazionali sulla gestione delle immigrazioni, mentre uno del pubblico, dopo aver interrotto l’intervento della portavoce della prefettura, si è alzato chiassosamente lasciando la sala convinto dell’inutilità dell’incontro.

Premettendo che l’incontro non avrebbe risolto certi problemi di carattere legislativo e politico nazionale e che “l’immigrazione è un fenomeno che esiste ed esisterà sempre”, l’assessore sottolinea anche come fossimo noi gli immigrati un tempo. “In Germania gli italiani sono secondi solo dopo i turchi, quindi dovremmo essere i primi a dover sapere cosa vuol dire. In Italia non si sono mai fatte delle serie politiche di integrazione, solo da Mare nostrum in poi si è mosso qualcosa”. L’assessore ai servizi alla persona e all’immigrazione Chiara Sapigni ha poi continuato l’incontro e coordinato gli interventi di Michelina Pignataro (dirigente dell’ufficio immigrazione della Questura di Ferrara), Maria Claudia Ricciardi, Federico Tsucalas (coordinatore del CSII e responsabile del settore “richiedenti asilo” di Camelot) e Massimo Cipolla (esperto giuridico CSII).

“Lasciando da parte la questione nazionale, l’incontro – spiega la Sapigni – vuole essere un’osservazione su quello che succede a Ferrara e provincia”, in cui l’assessore ha portato a riferimento qualche numero. I residenti in città di origine straniera sono aumentati progressivamente, dal 1997 ad oggi, passando con gradualità costante da uno 0,9% (ovvero 1137 persone) al 9,4% nel 2014 (oltre 12mila persone). L’assessore sottolinea inoltre che “rimaniamo il fanalino di coda sul territorio regionale, poiché siamo la provincia con le percentuali di immigrazione più basse, e ciò è legato soprattutto alla questione lavorativa”. Ferrara si attesta anche la provincia più anziana, che ben si sposa con la tipologia di stranieri presenti, con “la maggioranza donne con cittadinanza nei paesi dell’est”. Romania, Ucraina e Moldavia sono le tre nazionalità più presenti. La Sapigni riporta infine una proiezione di dati per il futuro. “Nel 2020 si pensa a una crescita della popolazione straniera, che andrà in parallelo con l’invecchiamento della popolazione. Far finta che questa prospettiva non esista vuol dire essere miopi davanti a un dato di fatto”.

unnamed (3)La dirigente dell’area immigrazione della Prefettura di Ferrara Maria Claudia Ricciardi riporta i dati dello sportello unico per l’immigrazione. “Le istruttorie che maggiormente riguardano Ferrara sono sostanzialmente legate all’attività dell’emersione, dopo la sanatoria del 2012, ai nulla osta per i lavoratori stagionali, in maggioranza richiesti per svolgere le mansioni legate all’agricoltura, e alle attività per ottenere il nulla osta per i ricongiungimenti familiari, espressione di un radicamento di queste persone nel territorio”. La dirigente sottolinea anche un fattore degli ultimi tempi: “vi è in atto una decrescita del numero di richieste sia per i lavori stagionali che per i ricongiungimenti. La crisi economica incide su tutti e anche su di loro”.

Uno spazio a parte è lasciato per il tema dei richiedenti asilo. Per la Sapigni è una novità per il nostro territorio,che dal 2011 in poi ha visto l’emergenza Nord Africa. Se prima erano una quindicina all’anno, oggi si arriva a oltre 305 persone all’anno nel territorio provinciale. Per quanto riguarda l’integrazione, per l’assessore “è fatica, ma grazie alla collaborazione di Prefettura, Questura, associazioni e cooperative di accoglienza, si riesce a dare una risposta integrata. Rimane comunque la necessità di una progettualità più solida. Nonostante il permesso di soggiorno – conclude – se non si ha poi il lavoro e un’autonomia, è normale che sorgano delle criticità”.

Per Tsucalas del Centro servizi integrati, l’immigrazione può essere invece “un contributo importante nel sistema pensionistico”, mentre sulle discussioni in tema di immigrazione sostiene che “le cose stanno cambiando. Mentre noi siamo qui a chiederci che tipo di modello utilizzare per gli immigrati, questi non vogliono più venire in Italia. In tema di richiedenti asilo e rifugiati, sono infatti il 60% quelli ch poi vanno via dal nostro Paese, scegliendo posti come la Germania, la Svezia, la Francia e il Regno Unito”.

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