Vigarano
5 Marzo 2015
Cia, Coldiretti e Confagricoltura contro la decisione presa dall'amministrazione comunale

“Una follia revocare l’ordinanza anti-nutrie”

di Redazione | 3 min

nutria2Vigarano. “Siamo preoccupati per la decisione dell’Amministrazione di Vigarano Mainarda di sospendere la vigenza dell’ordinanza sindacale sul controllo della popolazione di nutrie”. E’ questo il commento delle associazioni agricole della provincia di Ferrara, Cia, Coldiretti e Confagricoltura – che parlando di “follia” – rispetto alla decisione assunta dal sindaco di Vigarano di revocare l’ordinanza emessa appena il 12 febbraio scorso.

Il problema interessa direttamente gli agricoltori in quanto le nutrie, che raggiungono rapidamente una notevole stazza, si nutrono volentieri dei prodotti dei campi, rappresentando un vero flagello per l’agricoltura. Sono animali molto prolifici (3 cucciolate all’anno con una media di 15 piccoli per ognuna) e si ritiene che la popolazione nel territorio ferrarese sia addirittura quintuplicata da quando, lo scorso agosto, le nutrie sono state parificate a ratti, talpe ed arvicole, escludendole dalla legge sulla protezione della fauna selvatica, con conseguente sospensione dei piani di controllo previsti dalla legge e gestiti dalla provincia, così come non sono più previsti i risarcimenti agli ingenti danni causati alle produzioni agricole, che nel periodo 2003-2013 sono stati pari ad oltre un milione e mezzo di euro.

“Chi risarcirà i danni? Le due associazioni ambientaliste che nei giorni scorsi hanno presentato ricorso con richiesta di sospensiva o le Amministrazioni di quei Comuni, come quello di Vigarano, che decideranno di sospendere le Ordinanze?” Chiedono Cia, Coldiretti e Confagricoltura Ferrara, evidenziando come in assenza di risarcimenti è necessario arrivare alla eradicazione della specie, come prescritto dalla legge.

Ma il problema – come spesso sottolineato da più parti – è anche sociale ed economico; è evidente il rischio per la circolazione stradale, mentre sono sempre più frequenti gli avvistamenti di nutrie nei centri abitati e nei cimiteri (è del dicembre scorso la denuncia dell’invasione di nutrie nel cimitero di Comacchio) e ciò può rappresentare un potenziale pericolo per le persone per la trasmissione di leptospirosi; la presenza di leptospire è stata infatti evidenziata in particolare nelle feci e nell’urina rilasciata nell’erba; ciò può causare la diffusione della leptospirosi e di altri batteri nell’ambiente che conseguentemente possono essere trasmessi ad altri animali, sia selvatici che d’allevamento, ed anche all’uomo.

Le nutrie vivono e scavano le loro tane nelle rive dei canali; si tratta di lunghi cunicoli che proseguono fin sotto le capezzagne dei campi, che determinano l’erosione delle rive e l’allargamento dei canali, nonché il rischio di sfondamento delle capezzagne al passaggio di mezzi agricoli pesanti, cosa che si è già verificata in diverse occasioni.

“E se dovesse scapparci il morto? – si interrogano le tre Associazioni agricole provinciali – chi ne risponderà?” Gli Enti di Bonifica hanno più volte segnalato come si siano resi necessari interventi tecnici in via d’urgenza per riparare le falle causate da tali gallerie, rischiando in diverse occasioni incidenti di significativa rilevanza. La relazione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell’argine del fiume Secchia avvenuto nel gennaio 2014, ha evidenziato come appaia verosimile che l’argine in questione sia collassato per effetto dell’interazione tra la piena ed un articolato sistema di tane di animali selvatici, ivi comprese le nutrie, presente nel corpo arginale che ne ha ridotto moltissimo la resistenza.

Infine la presenza di questa specie alloctona rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità; è la causa della scomparsa, in molti stagni e corsi d’acqua, di alcune specie vegetali come la Ninfea, la Canna di palude, la Tifa, ed è responsabile della distruzione di nidi e della predazione di uova e dei piccoli di uccelli che nidificano a terra, come il Germano reale, la Gallinella d’acqua, il Cavaliere d’Italia, la Folaga.

 “A noi sembra anche – concludono le tre Organizzazioni agricole provinciali – che alle due associazioni animaliste ed al Sindaco di Vigarano, sfugga tra l’altro come le Ordinanze emanate dai Comuni rappresentino l’unica garanzia di utilizzo di metodi eutanasici rapidi ed in grado di non indurre grave sofferenza. Se venissero abrogate le Ordinanze, i cittadini sarebbero costretti a difendersi con ciò che hanno a disposizione, proprio come avviene con topi e ratti”.

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