Lettere al Direttore
5 Marzo 2015

Ragazzi di oggi

di Redazione | 3 min

Quando andavo a scuola, ed in particolare alle superiori si era contenti per quel che veniva offerto, la scuola era una miniera in cui tutto si trovava, dal modo di vivere,dal trattamento che si aveva, per quello che davi,per le amicizie sane e solide che si creavano, per gli amori puliti e sinceri che nascevano e per non dire della solidarietà che tra tutti si consolidava.

Sono giorni lontani che rimpiango perché li reputo come una parte più bella della mia vita. Tutti noi di quell’epoca, non molto lontana, eravamo sempre presentabili sotto ogni aspetto delle responsabilità, poiché la scuola era considerata un tempio in cui esisteva un rapporto, un rispetto  ben definito e si era consci della differenza tra insegnanti e studenti in quanto c’era la consapevolezza che gli insegnanti erano coloro che, come dice il titolo stesso, dovevano insegnare quello che i tuoi genitori forse non erano in grado di fare,erano pertanto i loro sostituti.
Adesso, come già prima detto, non essendo trascorso un tempo immemorabile, osservo i ragazzi e le ragazze che vanno a scuola e li vedo per la maggior parte demotivati, assenti, indifferenti e irrispettosi di quelle regole fondamentali per impostare la vita, cioè quelle regole che hanno come base la riverenza, la decenza, l’impegno, la cura di se stessi per una presentabilità, nonché il comportamento ed il rispetto verso tutti e tutto ciò che la scuola rappresenta in seno alla società.
Vedo i ragazzi che camminano strascicando i piedi per le scarpe slacciate e per i calzoni abbassati con il cavallo che arriva al ginocchio, ma quella dicono sia la moda.

Li vedo maneggiare frenetici e fanatici i cellulari come fossero fonti di vita, li vedo bere e fumare trascinando lo zaino o la borsa con i libri come fosse una zavorra o qualcosa su cui usare violenza.

Capisco che i miei tempi possano sembrare lontani nel contesto di questa evoluzione del mondo così velocemente cambiato, ma sfortunatamente non in meglio, è evidente che c’è stato un degrado sociale in qualsiasi comportamento, che ne sarà di loro?

Hanno scaricato sugli altri comportandosi in un modo troppo permissivo e peccando sulla loro sorveglianza. Ricordo loro che se l’insegnate e rigido e risoluto nel redarguire uno studente non deve l’insegnate stesso essere redarguito dai genitori per aver cercato di insegnare quello che i genitori stessi non hanno provveduto a fare.

Questi ultimi devono a loro volta rimproverare i figli affinché vengano rispettate quelle regole che sono fondamentali per una buona crescita ed una vita esemplare. Troppo spesso i genitori si dimenticano che c’è un proverbio che dice : “Chi mi vuol male rida e chi mi vuol bene sgrida”.

Meditate

Gianni Veronesi

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