Lettere al Direttore
2 Marzo 2015

Compagni del Pd, lasciate lavorare Renzi

di Redazione | 3 min

Egregio Direttore.

quanto sta accadendo all’interno del PD è inconcepibile, comico e tragico nello stesso tempo,

Chi ha fatto il figurante per 55 giorni nei confronti di Grillo dice che non lo vuole fare con Renzi; tutte le diverse anime sinistroidi vengono allo scoperto e, non contente dei tanti danni prodotti al popolo italiano, fanno finta d’ignorare quanto è accaduto e sta accadendo in Grecia e continuano a rivendicare tutto e di più senza mai porsi la domanda di chi debba pagare il costo delle loro richieste.

Sono inviperiti perché hanno un segretario, nonché presidente del consiglio, che non vuole rispettare gli inutili riti della politica (che fino ad un anno fa non hanno prodotto nulla di positivo per gli italiani anzi hanno realizzato una sola riforma, quella del titolo V della Costituzione, all’origine del nefasto e criminoso agire della regioni e dell’aumento esponenziale del debito pubblico).

Un presidente del consiglio che, come raramente è accaduto nel passato repubblicano, detta temi e tempi della politica.

Sono ciechi e sordi, in compenso parlano tanto, senza mai risolvere nulla.

Non vedono che finalmente ci sono le condizioni per la ripresa dell’economia, non sentono quanto affermano le istituzioni ed i centri studi nazionali ed internazionali.

Vogliono che Renzi cambi, che tenga conto delle loro opinioni, anche se sbagliate o prive di ogni logica; hanno innato lo spirito massimalista che fin dalla nascita del PSI, nel 1982, ha prodotto divisioni e lacerazioni nella sinistra del Paese e, quel che è peggio, l’ha condannata a stare in eterno all’opposizione.

Non si rendono conto della fortuna ricevuta nel momento in cui Renzi è diventato segretario del PD e poi presidente del consiglio: quello che è stato fatto in un anno di Governo, in un Paese dove dal 1985 i socialisti avevano posto all’attenzione del dibattito politico i temi della grande riforma delle istituzioni, ha dell’incredibile. A loro non va bene: è sbagliata una legge che non prevede per tutti l’elezione tramite la preferenza ( ma ” il Porcellum ” andava bene a Bersani che faceva eleggere i suoi amici) e che permette a chi vince le elezioni di governare tranquillamente per 5 anni; non va bene una riforma del lavoro che, come dimostra quanto accaduto negli altri Paese d’Europa, porta benefici sia ai datori di lavoro che ai lavoratori (quelli che oggi invocano la sacralità dell’art. 18 dello Statuto ne erano fieramente contrari perché proposto dai socialisti); dicono di no alla riforma della Costituzione che finalmente riporta ad un intelligente modo di legiferare delle due camere, elimina organi costituzionali quali il CNEL il cui unico ruolo è stato elargire prebende agli amici degli amici, e, finalmente, riforma la nefasta riforma del titolo V della Costituzione riportando in capo allo Stato compiti e ruoli fondamentali che le Regioni hanno ampiamente dimostrato di non essere in grado di assolvere o, quel che è peggio, hanno assolto con enorme sperpero di denaro pubblico.

In quale mondo vivono i Bersani, i Fassina, i Cuperlo, i Civati, le Rosj Bindi ed i Dalema? Nel mondo di una sinistra parolaia ed inefficace, succube delle idee di Vendola il quale governa in Puglia con il PD e fa dura opposizione a Roma. Lui e Salvini pensano di potere comportarsi come Craxi, ma l’unico Bettino è morto esule in Tunisia.

Care compagne e cari compagni del PD non permettete a chi dichiara di operare per il bene degli italiani, ma in realtà non pensa che alla propria poltrona, di fermare un presidente del consiglio che si assume di fronte a tutti la responsabilità delle scelte fatte, queste si nell’interesse del popolo italiano.

Claudio Campana
Segretario provinciale Psi

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