Eventi e cultura
1 Marzo 2015
LA senatrice Cirinnà al Tag Festival si confronta con esperti di diritto e comunità Lgbt

La schizofrenia legislativa che frena le unioni civili

di Redazione | 3 min

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unnamed (32)di Francesco Altavilla

“È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” diceva Albert Einstein, e la citazione si è adattata perfettamente all’argomento della conferenza “Sposi in Europa, coinquilini in Italia”, che ha avuto luogo nella mattina di sabato 28 febbraio presso la sala Estense. L’iniziativa, che ha aperto la seconda giornata del Tag Festival, è stata un’occasione per discutere e ascoltare il parere di alcuni esperti e addetti ai lavori riguardo un tema quanto mai scottante, quello dei matrimoni same sex, delle unioni civili e della trascrizione dei matrimoni contratti all’estero.

Tra i partecipanti anche la senatrice Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge sulle unioni civili. Un testo che raccoglie in sé, in una sorta di minimo denominatore legislativo, le tante proposte che in passato erano echeggiate e non avevano avuto seguito: dai DiCo, al matrimonio egualitario. La senatrice Cirinnà ha voluto fare un rapido punto della situazione sulla progressione parlamentare del disegno di legge, la cui discussione in aula è prevista nel mese di marzo, per cui la senatrice si augura non ci sia alcuna defezione interna al gruppo democratico durante i lavori di commissione, avendo già messo in preventivo una vera e propria “guerriglia parlamentare” proveniente da Ncd e Forza Italia, durante le letture alla Camera ed al Senato.

Chiaramente il disegno di legge di cui la senatrice Cirinnà è relatrice non risolverà definitivamente la questione delle unioni civili e dei matrimoni, materia intorno alla quale è in atto un’evoluzione giuridica che secondo il professor Paolo Veronesi, moderatore dell’incontro, ha l’aspetto di quelle che Antonio Gramsci definiva “rivoluzioni molecolari”.

A descrivere le più recenti tendenze legislative complessive in Europa e nel nostro paese ha invece pensato Marco Gattuso, giudice del Tribunale civile di Bologna, che ha descritto l’atteggiamento della Corte Costituzionale come “eccentrico”. “Le sentenze della Corte Costituzionale in materia di diritto di famiglia sono per lo meno timide, per non dire ambigue, già dagli anni ’60”. Un percorso di riconoscimento giuridico accidentato e non troppo lineare che ha nell’articolo 29 della Costituzione uno dei sui snodi essenziali. “È interessante e curioso notare – ha aggiunto Gattuso – come nella nostra Costituzione non ci sia alcun riferimento al sesso dei coniugi, ma nel nostro ordinamento manchi una legge che regoli i matrimoni same sex, mentre nella carta costituzionale spagnola, ad esempio, si faccia riferimento a hombre e mujer e ci sia una legge sui matrimoni tra cittadini dello stesso sesso”.

Ha sottolineato la “schizofrenia legislativa” tutta italiana anche l’intervento di Luca Morassutto, della rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBT, che si è occupato del problema della trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra individui dello stesso sesso. Un argomento della più stringente attualità, alla luce della sentenza del Tribunale di Grosseto che ha stabilito una volta per tutte la necessità di procedere alla trascrizione dei matrimoni in questione.

Gli aspetti giuridici della questione dell’annulamento delle trascrizioni, emersa in seguito alla vicenda della circolare emessa dal ministro dell’Interno Angelino Alfano (vedi articolo), si sono accompagnati al racconto della triste vicenda di Antonella Risi e Sarah Bonte, coppia italo francese, regolarmente sposata in Francia, la cui trascrizione dell’atto di matrimonio è stata annullata a Milano. Questi provvedimenti, insieme con la difficoltà che hanno incontrato sino ad oggi tutte le proposte sull’argomento, contribuiscono a far guadagnare all’Italia un poco onorevole trentaduesimo posto nella classifica del riconoscimento dei diritti civili della comunità LGBT.

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