Cento. Il tribunale di Ferrara ha dato l’ok nei giorni scorsi al piano di concordato preventivo presentato dalla Tecopress, leader nel settore delle fonderie e una della maggiori aziende produttive del territorio ferrarese, in crisi da prima del sisma e poi in pesante crisi di liquidità dopo il terremoto che porto al crollo di due terzi dei capannoni (e alla morte di Gerardo Cesaro, per la quale c’è un processo in corso).
Creditori, procura e commissario (Aristide Pincelli) hanno approvato il piano triennale presentato dall’azienda di Enzo Dondied, nei giorni scorsi è poi arrivata anche l’omologa al concordato da parte del tribunale: adesso ci sono 240 giorni di tempo per ripianare i debiti (qualche decina di milioni di euro) verso fornitori, banche, artigiani e dipendenti.
Tecopress, scongiurato il fallimento, è dunque pronta a ripartire, anche se, in realtà, la produzione non si è mai arrestata. L’omologa del concordato significa però che l’azienda ha uno spazio di manovra sufficiente a rialzarsi in piedi, con la possibilità di accedere ai fondi per il ripristino dei fabbricati e a quelli per la ricostruzione post-sisma. “Un punto fondamentale del piano – spiega l’avvocato che segue la società, Andrea Marzola – è quello del miglioramento dell’azienda con la ristrutturazione degli impianti e dei fabbricati e, dopo la ricostruzione, che dovrebe avvenire in circa due anni – sottolinea il legale -, il piano prevede anche l’assunzione di personale aggiuntivo”.
Altro punto importante del piano è il mantenimento del livello occupazionale: “Non ci saranno licenziamenti collettivi – spiega ancora l’avvocato – e questo è uno degli elementi più rilevanti: i circa 180 dipendenti manterranno il proprio posto, al netto delle normali dinamiche dei rapporti lavorativi”.
Ovviamente Tecopress non è da sola nella sua ‘battaglia’: “C’è un partner bancario di prestigio come la Cassa di risparmio di Cento – rivela l’avvocato – e poi ci sono alcune soluzioni in leasing in collaborazione con la Banca popolare dell’Emilia Romagna”.