Attualità
27 Febbraio 2015

Da negro a nero, da frocio ad omosessuale… il valore delle parole

di Redazione | 4 min

“Alzati negra”. Era il 1 dicembre del 1955 quando Rosa Parks rifiutò di alzarsi dal seggiolino di quel famoso autobus, pagando con l’arresto e l’incarcerazione. Da quel gesto dirompente, di “disobbedienza civile a leggi incivili” la comunità afro americana, guidata da un giovanissimo Martin Luther King, intraprenderà la sua marcia verso la conquista dei diritti umani fondamentali. Accanto ai negri d’America marceranno anche i bianchi, in quanto avevano inteso una lezione fondamentale: i diritti sono di tutti. Non scendere in piazza e non marciare con la popolazione di colore significava rendersi partecipi, correi, di quei medesimi crimini a sfondo razzista tipici del ku klux klan. Bisognava trasformare “gli sporchi negri” in neri d’America.

Non è un parallelo per nulla ardito, anzi. Sia la razza quanto le condizioni personali (l’orientamento sessuale viene così identificato in una lettura costituzionalmente orientata) sono entrambi presenti all’art. 3 della Costituzione, che tutti conosciamo ma che molti dolosamente dimenticano (e non dico colpevolmente, ma dolosamente). Milioni di omosessuali in Italia – a differenza che nel resto d’Europa – attendono da decisamente troppo tempo di vedere riconosciuti i loro diritti umani fondamentali. Non possono donare sangue, non possono sposarsi, non possono avere figli, non possono adottare, non possono assistere il loro/la loro partner in ospedale, non possono ereditare, non possono camminare tranquilli mano nella mano per le strade, non hanno permessi sul lavoro per assistere il compagno/a, non hanno congedi parentali o familiari, non passa giorno in cui non siano bersaglio di angherie o dileggio o vittime di affermazioni così culturalmente retrive da lasciare sbalorditi. Chiedere diritti non è un vezzo. E’ una necessità. Ogni qualvolta voi non vi alzate in piedi indignati perché un vostro simile viene dileggiato o discriminato per il suo orientamento sessuale siete la mano che ha permesso a quel coltello di essere brandito. Sarà manicheo ma non vedo alternative. O si è a favore dei diritti o si è contro i diritti. E il dramma di questa indifferenza nei diritti è ciò che ha portato l’Italia ad essere il 32° Paese in Europa, su 48 censiti, per la tutela dei diritti degli omosessuali (in ottima compagnia con Lituania, Kosovo, Moldavia, Macedonia, Ucraina, Russia).

Quando taluni scendono in piazza ritti con una candela ai loro piedi ed un libro aperto, non stanno manifestando a tutela di nulla. Stanno agendo per negare a delle persone un diritto fondamentale. Quando un prelato se ne esce affermando che una legge a tutela di una minoranza è un crimine contro Dio e l’umanità, oltre a dover interrogarsi su quali qualifiche giuridiche abbia per fare simili affermazioni che poi gli valgono le colonne di uno sbalordito Washington post, dovrebbe altresì interrogarsi se ha ben chiaro che una legge dello Stato non obbedisce a principi di diritto divino ma ottempera a dettami di diritto positivo. Non siamo in una teocrazia, generalmente quelle bruciano i gay, qua in Italia “semplicemente” li discriminiamo! La carità cristiana non passa attraverso la discriminazione.

Non si tratta di chiedere istituti, quali il matrimonio, perché “fa figo”. Non si tratta di dover subire orride battute quali “che vi sposate a fare che poi divorziare costa”…mi verrebbe da rispondere che io “vorrei avere il diritto a divorziare”. Si tratta di comprendere che oggi la popolazione omosessuale italiana non ha scelta, la popolazione eterosessuale può scegliere se sposarsi o convivere, gli omosessuali semplicemente no. Mentre tutta l’Europa, compresa la cattolicissima Irlanda (il referendum pare abbia una percentuale di persone favorevoli ai matrimoni same sex superiore al 70%) , si apre ai matrimoni gay, qui in Italia si discute se riconoscere le unioni civili (litigando ovviamente su step child adoption, su pensione di reversibilità ed altre mille cose, applicando una politica del disgusto piuttosto imbarazzante ). In poche parole, sino ad oggi, nessun diritto e quanto ci viene proposto, nel 2015, è di dover accettare di ingoiare “ulteriori sorsi di discriminazione”. Ognuno di voi conosce un gay o una lesbica, anzi no, perdonatemi, conosce un frocio. Ognuno di voi ha la scelta se contribuire a mantenere questo inumano stato di cose o aiutare quel suo amico o amica a vivere degnamente la sua vita. Ognuno di noi è responsabile dell’attuale stato di cose o di un auspicabile cambiamento …da froci ad omosessuali e, come diceva Martin Luther King, diventare portatori di “una bramosia infinita di dignità umana e libertà”.

Luca Morassutto
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