“Credo che l’esternalizzazione andrebbe a deteriorare l’utilizzo del teatro e la professionalizzazione di chi ci lavora dentro”. Parole e musica – è il caso di dirlo – di Massimo Maisto, assessore alla cultura, in merito alla gestione del Teatro comunale che a Ferrara è in gran parte interna alla Fondazione.
E se sembra un discorso più che legittimo per una “struttura che funziona” – come ha rimarcato orgogliosamente Maisto – rimane da capire, probabilmente forzando un po’ il pensiero dell’assessore e trasportandolo in un altro settore, perché lo stesso discorso non valga invece per le scuole e nidi d’infanzia gestiti dal Comune.
Probabile che si tratti solo di questioni meramente – seppur legittime – economiche: non è un caso se lo stesso Maisto ha ammesso che, se si dovesse partire da zero, “sceglierei una gestione esternalizzata”. E, d’altronde, la motivazione principale che ha spinto il Comune e l’Istituzione scuola a cercare una soluzione esterna è proprio quella del risparmio (500mila euro all’anno a regime).
Ma, accantonate le legittime questioni di natura economica, rimane da capire il discrimine (compiuto dall’amministrazione più che dal solo Maisto) sulla qualità: perché nel teatro le esternalizzazioni la ridurrebbero, deteriorandola, mentre nella scuola non sortirebbero alcun effetto?
La “scivolata” dell’assessore è avvenuta durante la riunione della seconda commissione consiliare in cui si sono discusse due modifiche allo statuto della Fondazione Teatro per assegnare da un lato più poteri e più responsabilità (al momento senza un maggior carico nella retribuzione) al direttore artistico del Teatro (inclusi anche poteri di gestione del personale) e, dall’altro, viene allargato il cda che passerà da tre a cinque componenti (sempre a titolo gratuito) per “per agganciare ulteriori pezzi della città”. La questione esternalizzazioni si è palesata parlando del personale in forza al Teatro e della possibilità di nuove assunzioni: “Gran parte dei teatri simili al nostro è stata esternalizzata del tutto”, spiega Maisto (punzecchiato sul punto da Francesco Rendine che ha chiesto come mai allora non ci si adatti alle altre realtà) mentre, come già detto, quella di Ferrara “funziona” bene così, anche se “deve essere monitorata: l’efficienza è fondamentale anche per tenere alto il livello artistico”.