Politica
26 Febbraio 2015
Il capogruppo leghista: "È una farsa fantozziana, un’autostrada aperta per fare che le cose non cambino mai"

Gara per i treni, Fabbri annuncia un esposto all’Antitrust

di Redazione | 4 min

00002578-original“La ‘gara del ferro’ è una farsa fantozziana, un’autostrada aperta per fare che le cose non cambino mai”. La Lega Nord, per voce del capogruppo in Regione Alan Fabbri, annuncia un esposto all’Antitrust dopo la notizia che alla gara aperta per l’affidamento ultraventennale della gestione dei treni locali si è presentata solo la cordata Trenitalia-Tper che reclama altri 14milioni di euro di soldi pubblici perché non ritiene sostenibile la base d’asta da 153milioni di euro.

“C’è un chiaro cortocircuito: l’appalto lo fa Fer, che è società della Regione e la Regione è azionista al 46% di Tper, che è l’unica in corsa”.

 “È follia”. Viale Aldo Moro “è di fatto stazione appaltante e si candida ad essere appaltatrice unica del servizio treni. E, per non mancare l’obiettivo, potrebbe pure iniettare 14milioni di euro di risorse pubbliche alla ‘propria’ cordata per partecipare alla ‘corsa solitaria’ per la gestione dei treni locali”. “Si sta facendo tutto in casa, questa è una farsa”. “C’è chi parte con l’handicap, così non cambierà mai niente e per i nostri pendolari rimarranno i soliti disagi e disservizi”. “Legittima, e doverosa, la scelta della gara, ma queste sono regole falsate. Chiediamo quindi che – chi ha l’autorità per farlo – controlli e faccia chiarezza sul bando”, dice Fabbri.

Nel frattempo a intervenire sulla vicenda è anche Legambiente, che parla di “risultato sconcertante, che penalizza ancora di più i pendolari” e chiede all’assessore regionale Donini di applicarsi per “superare lo stallo, garantendo trasparenza, qualità del servizio e pluralità di offerenti”. “Legambiente – affermano i responsabili regionali – esprime tutto il proprio sconcerto per l’esito della gara europea per l’affidamento della gestione del servizio ferroviario regionale, che si conclude dopo circa 16 mesi con un unica offerta e per giunta in aumento sul prezzo base, anziché al ribasso, determinando quindi un nulla di fatto. Una gara che  negli intenti di fondo era sicuramente condivisibile poiché ambiva a mettere in campo meccanismi di miglioramento dei servizi, ma che evidentemente nell’applicazione concreta non era partita col piede giusto, visto che dei due soli soggetti che avevano aderito alla manifestazione di interesse preliminare, necessaria per partecipare alla gara, ne era rimasto in campo solo uno”.

“Alla pre-chiamata – ripercorre l’associazione – avevano risposto infatti la Società Arriva (Gruppo Deutsche Bahn), Trenitalia e Fer (Tper). Alla fine si è costituito un consorzio tra Trenitalia e Tper (di fatto controllata dalla regione), che è stata l’unica cordata a presentare l’offerta per la gara europea. Un risultato non certo incoraggiante e certamente non in grado di garantire una vera competizione virtuosa verso il miglioramento del servizio, tanto più che i tempi di affidamento risultano lunghissimi avendo la possibilità di arrivare fino a 22 anni. Oggi la notizia sconcertante, che si apprende dalla stampa,  è che l’offerta di Trenitalia e Tper non è al ribasso come previsto nelle gare, ma al rialzo, con una richiesta di aumento del 9% rispetto alla base d’asta, l’equivalente di circa 14 milioni di euro in più all’anno”.

Legambiente ritiene la situazione molto grave, “in quanto – spiegano gli attivisti – lascia nel limbo il secondo servizio pubblico della regione dopo quello sanitario, e rimanda la soluzione dei mille problemi che le decine di migliaia di pendolari devono affrontare ogni giorno in Emilia Romagna. La testimonianza che il problema dei pendolari non è certo al centro dell’agenda politica. Un risultato ancora più incredibile per la scelta degli offerenti, di presentare un offerta al rialzo, di fatto rimandando la soluzione del problema. Meglio sarebbe stato per Tranitalia e Tper segnalare l’inadeguatezza degli importi senza partecipare alla gara. Tanto più che Tper è di fatto un soggetto pubblico controllato a maggioranza relativa dalla regione Emilia Romagna. Con queste manovre, ancora una volta a rimanere nel mezzo sono gli utenti”.

Legambiente chiede quindi alla Regione di chiarire la situazione. Ma “altrettanto dovuta – affermano i responsabili regionali – sarebbe una spiegazione da parte di Trenitalia e Tper, sui motivi della scelta. La richiesta all’assessore Donini inoltre, è quella di far sapere con urgenza come la regione intenda procedere”. Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna, chiede poi alla Regione “di individuare subito una procedura veloce, trasparente ed in grado di garantire un vero miglioramento del servizio. Questo passa necessariamente da una vera competizione tra offerenti e non da una concertazione con un solo soggetto”.

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