Ostellato
22 Febbraio 2015

A proposito di bandiere, di ignoranza e di guerre

di Redazione | 3 min

Gentilissimi,

Ho seguito con interesse la vicenda riguardante la richiesta del consigliere comunale di Ostellato Centineo, ed ho solo una osservazione da fare: è ormai imprescindibile un esame obbligatorio per tutti e tutte coloro che si candidano ad un qualsiasi ruolo istituzionale, un esame vero e proprio avente per oggetto la verifica della conoscenza della Costituzione Italiana e almeno le basi di diritto istituzionale.

Non se ne può più di sprecare tempo ed energia per rispondere a discorsi privi di costrutto, fatti da persone che non conoscono neppure la storia del loro territorio e pensano che buttare benzina sul fuoco sia un gioco divertente.

Va da sé che quella bandiera, e la sua presenza in Comune di Ostellato, è un dono inalienabile che fa onore al comune che l’ha ricevuta ma soprattutto al nostro partigiano Giulio Rinaldi che l’ha conservata per oltre 70 anni e che è stato imprigionato e torturato dai fascisti 42 anni fa perché chiunque, anche l’ultimo degli uomini potesse dire qualsiasi sciocchezza.

Per quanto ci riguarda è un problema che non si pone.

Ma vorrei fare un considerazione un po’ più ampia.

Questa vicenda, la richiesta del ritiro dall’atrio del comune della bandiera tricolore con ricamate la sigla ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia -, un garibaldino che imbraccia un fucile in piedi sopra una “batana“ e tante stelle nere corrispondenti ai partigiani di quella divisione morti per riportare la libertà nel nostro paese, è un esempio della deriva nel quale sta andando l’Italia.

Richiesta, che fa il paio con la manifestazione a Bondeno di forza nuova per protestare contro la presenza di una moschea, con i twitter di Salvini che si diverte a mettere i poveri nazionali contro i poveri stranieri, con lo sfregio di Roma da parte di facinorosi d’importazione e con tutti quei piccoli e grandi focolai di rigurgiti fascisti che sono sottovalutati dai nostri governanti.

Le ingiustizie sociali, le povertà, le profonde disuguaglianze di classe, un governo steso sulle richieste delle banche, la corruzione dilagante a tutti i livelli, la svendita di valori quali solidarietà, dignità, rispetto reciproco, tutela ambientale, l’assenza di uomini e donne autorevoli in grado di rappresentare al meglio le aspettative e le speranze di un paese malconcio, fanno emergere un gran desiderio di giustizia fai da tè, aspirazione che va contrastata con fermezza.

Complici di questa situazione sono anche i social media che permettono a chiunque, nascondendosi dietro ad uno pseudonimo, di dare sfogo a livori personali e a cattiverie inusitate lasciando prospettare che l’idea di un regime dittatoriale sia la soluzione giusta.

Se a tutto questo aggiungiamo la paura dell’esercito dell’ISIS, e dei rifugiati che scappano dai paesi in guerra e tentano disperatamente di approdare nel posto più vicino all’Africa che è l’Italia, il gioco è fatto.

La storia non si ripete ma in Italia e nel mondo si stanno preparando guerre impensabili solo 10 anni fa, ed i rulli di tamburo assomigliano molto a quelli degli anni 20 e 30.

Non vorremmo che ancora una volta le crisi economiche mondiali si risolvano passando da una guerra, ma purtroppo non vediamo la volontà e le capacità per governare questa epoca di devastazione.

Daniela Fuschini, segretaria Circolo PRC Ostellato Fiscaglia

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