Cronaca
23 Febbraio 2015
Modonesi: "L’obiettivo è che il Gad diventi e si attesti un luogo cittadino a tutti gli effetti"

Un nuovo patto per una città più sicura

di Redazione | 4 min

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di Anja Rossi

È ora di realizzare un nuovo patto per una Ferrara sicura, perché parlare di sicurezza oggi, è parlare anche della qualità della vita di un territorio. Su questo si è basato il secondo incontro di Oltre i luoghi comuni, con “Una città sicura. Teorie e pratiche per promuovere la sicurezza”.

Giovedì sera, infatti, presso la sala polivalente del Grattacielo si sono confrontati sul tema sicurezza l’assessore Aldo Modonesi, il comandante provinciale dei Carabinieri di Ferrara Carlo Pieroni e il responsabile area, ricerca e progettazione del servizio politiche per la sicurezza e la polizia locale dell’Emilia Romagna Gian Guido Nobili.

Per l’assessore Modonesi, parlare di sicurezza oggi non significa solo parlare della protezione dai gravi delitti, ma anche “dai furti e dai danneggiamenti, oltre che di contrasto ai comportamenti scorretti e incivili”, e parlare di sicurezza in tempo di crisi significa anche “confrontarsi con un cresciuto senso di insicurezza: non solo cresce la ludopatia, con sale giochi e slot machine, ma questa incide anche nelle dinamiche di integrazione”.

Date le premesse, come Amministrazione comunale, Modonesi passa ad analizzare la necessità di un nuovo patto per Ferrara sicura, partendo dal quartiere Giardino, “una zona dove tanti di noi hanno deciso di abitare, con la zona ambigua della stazione, ma anche dotata di giardini, scuole, associazioni culturali e sportive. L’obiettivo è che il Gad diventi e si attesti un luogo cittadino a tutti gli effetti”.

Il nuovo patto Ferrara sicura non vuole essere un mero ‘stampo’ del precedente del 2011 (rinnovato nel 2013), ma mira ad essere un nuovo patto per la città, “rivedendo tutti i punti di criticità e dandosi una organizzazione che duri da qui alla fine della legislatura, con verifiche annuali, da fare anche in maniera pubblica”. Per Modonesi, è infatti importante, già da ora, che le associazioni, i comitati, e anche i privati, collaborino attivamente con l’Amministrazione e le forze dell’Ordine e di Polizia nella realizzazione del progetto. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza deve continuare a mantenere il suo ruolo centrale, mentre il lavoro della Polizia municipale e delle forze dell’Ordine rimane necessaria ma non sufficiente per una seria prevenzione sul territorio.

Le politiche di sicurezza sul territorio sono incentrate dunque nella collaborazione con comitati e associazioni, operanti attraverso la mediazione, l’aggregazione e l’offerta culturale e sportiva a riqualificare gli spazi. Interessati dal nuovo patto di sicurezza saranno: piazzale stazione, piazzetta Giordano Bruno e le mura, con un lavoro di riqualificazione “che parta dalle esigenze del territorio e che venga ‘adottato’ delle associazioni, attraverso un loro ruolo attivo; il Comune provvederà agli investimenti sulle attrezzature”.

Inoltre l’Amministrazione, sempre coinvolgendo in prima linea l’associazionismo, punta a delle politiche di integrazione e mediazione, “con piccoli momenti di eventi, ad esempio un festival musicale per il periodo estivo in piazza Giordano Bruno”, spiega Modonesi. Si vuole poi potenziare la pubblica illuminazione, con un intervento nel 2015 su zona di viale Costituzione (stima prevista di intervento: mezzo milione di euro) e nel 2016 su zona Acquedotto (400mila euro), e la videosorveglianza, con una sua revisione, poiché risalente a una dozzina di anni fa, ma anche una mappatura delle telecamere esistenti.

Che sia un percorso da fare insieme, cittadini e istituzioni, è d’accordo anche il colonnello Carlo Pieroni per cui “occorre una sinergia di fatto e non solo a parole. Sono importanti le videocamere perché servono a velocizzare le informazioni, fare prevenzione e capire dove agire, ma prima di tutto è basilare la sicurezza partecipata tra cittadino e Stato, in questo caso i Carabinieri. Un rapporto umano che è venuto sempre meno e invece è essenziale in fatto di sicurezza, perché gli interventi di qualità hanno bisogno di una rete sociale forte alla base”.

Secondo quanto emerso dal report del criminologo Gian Guido Nobili, i furti in abitazione sono in aumento nella nostra zona, in netto contrasto con la tendenza occidentale a un decremento della criminalità. “Dagli anni ’90 si assiste in tutto l’Occidente a un calo significativo della criminalità, che in Italia sembra oggi, però, interrotto. Sono calati i delitti gravi come gli omicidi, ma l’Emilia Romagna è una delle regioni con il più alto tasso di furti. Storicamente, dal dopoguerra fu una delle regioni più ricche e quindi con una forte presenza di criminalità contro la proprietà, che oggi continua a mantenersi tale: i furti in appartamento aumentano e con essi – conclude Nobili – la sensazione del venir meno della percezione di sicurezza”.

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