Economia e Lavoro
12 Febbraio 2015
Il manager sotto accusa per la vendita di Banca di Treviso per 38 milioni. Perquisita la sede della Cassa

Indagato per truffa Grassano, ex dg di Carife

di Marco Zavagli | 2 min
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Grassano, il primo a destra, durante un’assemblea dei soci

L’ex dg di Carife Giuseppe Grassano risulta indagato dalla procura di Ferrara per truffa. Il fascicolo, che lo vede coindagato con Gianfranco Gasparotto, riguarda la cessione dalla Cassa di Risparmio di Ferrara alla Banca popolare di Marostica (di cui Gasparotto era dg) della Banca di Treviso, fino al 30 novembre 2010 parte del gruppo.

In quel periodo Grassano era il numero due di corso Giovecca. Direttore generale dell’istituto di credito ferrarese dal settembre 2009 al settembre 2010, a Ferrara il “manager salvabanche” arrivò per sostituire Gennaro Murolo, per lasciare poi il posto a Daniele Forin. Grassano iniziò una serie di alienazione, tra le quali appunto Banca di Treviso, per riequilibrare i conti dopo l’ispezione pesantemente negativa ricevuta da Bankitalia.

L’operazione nel mirino dei magistrati, secondo la procura estense, sarebbe stata sovrastimata e i 38 milioni di euro finali non corrisponderebbero al reale valore dell’istituto vicentino, oggi in mano alla Banca Popolare-Volksbank. Fu la stessa Banca d’Italia, dopo un’ispezione datata 2013, a segnalare il tutto alla magistratura vicentina (che a sua volta ha aperto una seconda inchiesta che vede indagato il solo Gasparotto).

L’ipotesi dell’accusa è che Gasparotto e l’allora direttore generale di Carife abbiano orchestrato un’operazione sovrastimata di valore per prezzo finale di 38 milioni, causa non ultima della crisi della Marostica.

A far propendere per l’eccessivo prezzo di acquisto c’è anche un arbitrato del 2013, in seguito al quale il tribunale di Milano aveva condannato Carife a rifondere a Marostica 10,4 milioni dei 38,683 iniziali (oltre agli interessi e spese legali).

Mentre a Vicenza le fiamme gialle hanno perquisito la scorsa settimana le abitazioni di Gasparotto e di altri due ex dirigenti di Marostica, a Ferrara i carabinieri avrebbero eseguito perquisizioni in un’abitazione di Grassano, di altri dirigenti della banca e nella sede di Carife.

Rispetto al filone estense, l’inchiesta vicentina punta il dito invece su presunte false dichiarazioni di bilancio, relative agli anni 2010-2012. Dalle carte in mano ai pm veneti risulterebbe infatti un artificio contabile per giustificare l’acquisizione di Banca di Treviso.

aggiornamento del 22 dicembre 2016

La posizione di Giuseppe Grassano è stata archiviata dalla procura di Ferrara perchè non sussistono elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio

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