Cronaca
1 Febbraio 2015
Il monito degli esperti nella tavola rotonda organizzata al Museo di Storia Naturale

Non abbassare la guardia sul rischio geologico

di Daniele Oppo | 3 min

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rischiogeologicodi Francesco Altavilla

Una tavola rotonda per discutere di rischio idrogeologico e politiche del territorio, per prevenire e prima ancora per conoscere le cause dei disastri che hanno visto il territorio che abitiamo sempre più spesso coinvolto nel drammatico ruolo di protagonista. È stato questo il “fil rouge” che ha guidato gli interventi della conferenza organizzata nel pomeriggio del 29 gennaio presso il Museo di Storia Naturale di Ferrara in collaborazione con l’associazione Naturalisti Ferraresi amici del Delta. Si è trattato del primo di una serie di incontri aperti al pubblico legati dall’interesse verso il territorio, in quanto bene comune purtroppo esauribile, di cui si è resa necessaria una riorganizzazione se si vuole garantire un futuro sereno ai cittadini di domani. A coordinare e moderare gli interventi degli specialisti ha provveduto la dottoressa Carla Corazza, ricercatrice del museo e tra i promotori dell’iniziativa. Numerosi, ricchi di contenuti e di assoluto interesse, sono stati tutti i contributi degli esperti.

L’intervento di Massimo Coltorti, professore dell’Università di Ferrara e membro della commissione nazionale Grandi Rischi, si è concentrato in particolare sulla definizione del concetto di “rischio”, cercando di marcarne la differenza dal termine “pericolosità”, sottolineando come nella valutazione del rischio, soprattutto in ambito geologico, concorrano elementi sui quali è possibile per l’uomo intervenire ed altri sui quali l’essere umano non ha alcuna influenza.

Antonella Sileo, dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna ha voluto invece rendere chiaro, al di là dell’evidenza degli eventi sismici di due anni fa, quanto sia “prossimo” il rischio geologico e geotecnico anche nel territorio ferrarese. La Sileo ha fatto presente come il terremoto del maggio 2012 abbia smentito quella insistente “voce popolare” che voleva la zona della foce del Po come immune al rischio sismico in ragione di un fantomatico “materasso alluvionale” che avrebbe smorzato gli sciami sismici. Un modello teorico che si è rivelato alla prova dei fatti quanto mai sbagliato, ma che era già stato smentito vent’anni or sono da una conferenza dell’ordine dei geologi ferraresi intitolata “Ferrara e i terremoti”. «Nonostante permanga nel territorio della provincia un forte rischio di allagamento, verificabile confrontando dati tecnici e rilevamenti, il dissesto geotecnico non sempre è causato da fenomeni sismici» ha tenuto a precisare la geologa ferrarese.

Antonio Scaglioni, geologo libero professionista di Modena, grande esperto e conoscitore profondo del territorio appenninico ha tenuto invece a sottolineare come negli ultimi quaranta o cinquanta anni, in parte a causa del modificarsi delle abitudini agricole, legate al quasi totale abbandono dell’aratura sui terreni in pendenza in favore di quella più estensiva nelle pianure, in parte a causa dei progressivi mutamenti climatici, la situazione nei bacini del Secchia e del Panaro, e conseguentemente in quello del Po è molto migliorata.

Giovanni Santarato, fisico dell’Università di Ferrara, docente di geofisica, ha concentrato la sua attenzione sui rischi connessi agli interventi geotermici effettuati a Casaglia, in piena provincia di Ferrara. Durante il suo intervento iantarato ha smentito, supportato dai dati rilevati dalla “Commissione Ichese” (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Seismicity in the Emilia Region) che si è occupata del caso, le voci che si rincorrono rispetto ad una probabile correlazione tra gli scavi effettuati per la geotermia e i locali fenomeni sismici.

Ha concluso il giro di interventi Roberto Riccielli della Protezione Civile, che ha relazionato sull’importanza di informare la popolazione sulla prevenzione e la gestione dei rischi e del sopravvenire di fenomeni sismici e idrogeologici.

Si è trattato di un’iniziativa che ha inaugurato una serie di incontri volti a fornire ai “non addetti ai lavori” gli strumenti di base per comprendere meglio quanto accade intorno a noi, ma soprattutto sotto di noi.

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