Copparo. Durante il consiglio comunale del 17 gennaio la capogruppo del M5S Luana Veronese aveva attaccato il sindaco Nicola Rossi su 359mila euro stanziati per il fondo di produttività da erogare a funzionari e dipendenti comunali nel 2015, sostenendo il sospetto che fossero aumenti salariali camuffati da incentivi.
Durissima la reazione della Funzione pubblica di Cgil e Cisl di Ferrara che esprime “a gran voce completa solidarietà e vicinanza nei confronti di tutti i dipendenti e di tutte le dipendenti del Comune di Copparo bersagliati di recente e pubblicamente, a più riprese, su diverse testate giornalistiche locali, ad opera delle forze politiche di minoranza, con accuse infamanti rispetto alla presunta e ormai prossima spartizione sull’anno in corso di premi e gratificazioni complessivamente ammontanti a 350.599,42 euro”.
Per i sindacati quanto affermato dalla Veronese (mai citata per la verità dalla nota diffusa) e da alcune testate locali si tratta di rilievi non veritieri “a fronte di dinamiche contrattuali e retributive codificate alla virgola, rendicontate al centesimo e trasmesse periodicamente agli organi di controllo esterni (Aran e Ragioneria Generale dello Stato)”.
Il fondo del salario accessorio dei dipendenti pubblici – spiegano i due sindacati – è costituito per legge in modo tale da prevedere il riconoscimento sulla voce di bilancio citata di parti integranti dello stipendio tabellare come le indennità di turno, lavoro festivo, reperibilità, indennità di comparto ecc. “Poi sì sicuramente nella totalità dell’importo indicato – specificano Cgil e Cisl – una frazione residuale assume una valenza di premialità/produttività, che oscilla nel caso dei dipendenti di Copparo dai 50 massimo ai 70 euro lordi mensili di produttività media pro-capite per impiegato, con azzeramento progressivo del bonus fiscale di Renzi degli 80 euro per i redditi superiori ai 24mila euro lordi annui”.
“Per questo – proseguono i sindacati – ci domandiamo dove stia il problema o il raggiro tecnico più volte sbandierato, visto che di fatto al lavoratore e alla lavoratrice pubblica, così come accade nel settore privato, viene dispensato e riconosciuto economicamente quanto definito nel contratto di lavoro di riferimento in rapporto al profilo professionale ricoperto, alla prestazione resa e alle modalità effettive di lavoro. Senza dimenticare, infine, nella disamina dell’intera vicenda quanto sia tipico unicamente del settore pubblico la previsione di aggravio fiscale sancita dalla norma sull’incentivo di produttività, per sua natura non detassabile a differenza di quanto avviene invece nel privato”.
E dopo aver rimesso la questione sui binari che gli sarebbero propri, i due sindacati non esitano a criticare aspramente la consigliera: “Come può chi rappresenta l’istituzione pubblica, seppur dagli scranni della minoranza, non avere alcuna consapevolezza sulle regole e sulle modalità di funzionamento ad essa sottese? In più questa approssimazione è imputabile e riguarda solo il tema dei pubblici dipendenti o ha, piuttosto, una valenza e una ricaduta più radicale e trasversale?”.