“Paradossale che un giudice così importante debba subire quello che sta subendo”. L’avvocato Fabio Anselmo commenta così l’intricata vicenda di cui è vittima Clementina Forleo (che l’ha nominato suo difensore), il magistrato che ha avuto tra le mani il fascicolo sulla scalata Unipol e che chiese al Parlamento di poter utilizzare le telefonate tra alcuni indagati e Massimo D’Alema e Nicola La Torre, allora tra gli esponenti di spicco dei Ds e che per quell’inchiesta subì un procedimento disciplinare da parte del Csm poi ribaltato dal Tar e dal Consiglio di Stato.
Ma in questa vicenda la scalata Unipol non c’entra nulla. La storia inizia prima, nel 2011 almeno, e riguarda masseria a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, di proprietà della Forleo ma sulla quale sono puntati tanti occhi interessati, disposti a tutto pur di ottenerla.
Tanto che, secondo quanto riporta il settimanale L’Espresso, la procura di Brindisi ha aperto un fascicolo contro ignoti perché il magistrato sarebbe vittima di pressioni – sconfinate in due incendi della masseria – per costringerla a vendere la casa.
Dopo una denuncia finita nel nulla, alla fine del 2014 la Forleo incarica Fabio Anselmo di seguire il suo caso, anche a fronte delle nuove pressioni subite e raccontate ai carabinieri. L’Espresso parla di telefonate, richieste di appuntamenti, persone che tramite conoscenti volevano incontrarla, sempre per parlare della masseria. Il giudice non accetta nessun incontro ma a un certo punto – riporta sempre il settimanale – chiama un tale Pasquale Pesare, la stessa persona poco tempo prima si sarebbe presentata presso l’abitazione della Forleo per proporle un affare: dare in gestione l’azienda a un uomo, un tale Pedone di Manduria, stesso cognome che tre anni prima il vecchio gestore della masseria avrebbe indicato come possibile autore o mandante dei due incendi e già finito infruttuosamente sotto intercettazione da parte degli inquirenti, che però si limitarono ad ascoltare solo una delle tante utenze conosciute in possesso dell’uomo.
Proprio questa “lacuna” – riposta l’espresso – già segnalata in una memoria del legale precedente, oltre alle ripetute richieste di incontro fatte da Pesare per contro di Pedone negli ultimi mesi, ha portato la Forleo a chiedere la riapertura del fascicolo sugli incendi alla propria masseria.
“Sto seguendo il caso già da diverso tempo – fa sapere Anselmo – e nei giorni prima di Natale ho incontrato il procuratore di Brindisi”. L’obiettivo è chiudere l’inchiesta arrivando a capire chi e perché abbia tanto a cuore rilevare quella masseria in una terra regno della Sacra Corona Unita.