di Francesco Altavilla
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Primo Levi). Una citazione tanto breve quanto densa di significato e contenuti, quella presente sul cippo commemorativo situato nel cortile della Caserma “Bevilacqua” in via Ercole I d’Este al civico 36. Le parole tratte dall’opera “Se questo è un uomo” di Primo Levi hanno idealmente guidato le celebrazioni in onore della settantesima Giornata della Memoria tenutesi oggi, 27 gennaio, in quello che era il luogo in cui i cittadini ferraresi di religione ebraica vennero momentaneamente detenuti, nel mese di gennaio 1944, in attesa di essere trasferiti prima al campo di Fossoli (Modena) e poi verso i campi di sterminio in Germania e Polonia. Alla presenza delle autorità cittadine oltre che dei comandi delle forze armate attive sul territorio della provincia è stata deposta una corona di fiori sul monumento realizzato dagli studenti del liceo artistico “Dosso Dossi” inaugurato due anni fa nella medesima circostanza.
Il programma delle celebrazioni in occasione della Giornata della Memoria, ad opera del comitato provinciale “27 Gennaio”, quest’anno è particolarmente articolato. Le iniziative hanno infatti avuto inizio il 17 gennaio, presso la Sala Mostre del museo del Risorgimento e della Resistenza, dove è stata inaugurata la mostra: «William Ferrari: un marinaio tra guerra e deportazione ed altri volti di ex IMI ferraresi». Il ciclo di eventi si concluderà nella serata del 5 febbraio quando presso la sala capitolare del monastero benedettino di San Giorgio verrà presentato il volume:«Giovanni Grillo da Melissa al Lager. La vicenda di un deportato calabrese». Durante l’incontro, moderato da Gian Pietro Zerbini, interverranno l’autore, Gennaro Cosentino e Anna Quarzi presidentessa dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.
Le celebrazioni in occasione della Giornata della Memoria vedono coinvolte in un progetto ampio ed inclusivo la maggior parte delle istituzioni cittadine, dall’Università alle forze dell’ordine, senza dimenticare ovviamente gli istituti culturali, le scuole ed i privati cittadini. L’immagine che se ne ricava è quella di una città che è impegnata concretamente nello sforzo di conoscere e ricordare i terribili anni della persecuzione razziale.
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