Ci ha lasciato l’ing. Nicola Carbonara, consorte di Raffaela Padricelli, consigliera della Dante. Era magistrato delle acque nella sede di Venezia.
Una persona distinta, signorile, di assoluta nobiltà d’animo e di tratto. Io lo incontravo spesso vicino all’edicola dei giornali all’incrocio di viale Cavour con corso Isonzo. Era cortesissimo, e lieto di scambiare con me giudizi sulla cultura o sulla politica (avevamo le stesse idee al riguardo). I suoi giudizi erano sempre frutto di profonde ed illuminate riflessioni, sempre indice di meditazione profonda.
Regolarmente poi il discorso si spostava su sua moglie Raffaela, per la quale nutriva sentimenti intensissimi e tenerissimi, sempre protettivo, sempre animato dalla preoccupazione che la moglie si affaticasse nei suoi impegni di ricerca storica, o che dedicasse troppo entusiasmo alla sua attività culturale.
Mi parlava a volte anche del suo impegno professionale quale Magistrato delle Acque del Po. Si apriva allora uno squarcio di conoscenze, di passione, di profonda attenzione per le situazioni di emergenza nella sua attività di lavoro.
Io lo ascoltavo incantata, stupita che una professione, qualunque essa fosse, potesse far emergere tanta sensibilità, passione e competenza. Un uomo, con ideali e passioni di un tempo che non c’è più. Addio ing. Nicola. Le sia lieve la terra.
Luisa Carrà