Politica
25 Gennaio 2015
Per il responsabile economia e lavoro del Pd la soluzione sta in meno fisco e più incentivi alle imprese

Jobs Act, Taddei: “Lavoro stabile, il grande sconfitto”

di Redazione | 3 min

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filippo taddei 1di Matteo Rubbini

E’ un tema che ormai è sulla bocca di tutti da tempo, a partire dai cittadini stessi fino ad arrivare ai media. Parliamo del Jobs Act. Per poterne discutere direttamente con gli interessati si è reso disponibile Filippo Taddei, responsabile economia e lavoro della segreteria nazionale del Pd, all’incontro svoltosi venerdì sera presso la Sala della Musica in via Boccaleone e organizzato dalla Federazione Provinciale del Partito Democratico di Ferrara in collaborazione col gruppo consiliare Pd sempre di Ferrara.

Le mani del professor Taddei sono state quelle chiamate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi per impostare e scrivere, in parte, il Jobs Act.

“In questo momento storico il grande sconfitto di questa crisi è il lavoro stabile, negli ultimi sei anni in Italia si è avuto un calo del lavoro spropositato. Dobbiamo ricreare il patto fondativo della Repubblica fondata sul lavoro e per farlo urge capire come colpire il deficit di lavoro stabile”.

Tale dato andrà colmato, secondo Taddei, dal ripristino del deficit di investimento collegato al precedente sovracitato: “Il calo di investimenti in realtà è anche un calo di lavori, quelli appresi dalla realtà, dalla scuola e dal lavoro stabile che sono complici di creare il capitale umano che ci caratterizza”.

Un altro punto che ha fatto discutere è stato il tema del contratto a progetto: “Privilegeremo – ha spiegato Taddei – i datori di lavoro che assumeranno a tempo indeterminato perchè ciò vuol dire che punteranno sul dipendente, i collaboratori a progetto sono anch’essi dei dipendenti e vanno trattati come tali”.

Il discorso si è poi diretto verso il tema degli assegni di disoccupazione. Taddei ha spiegato come i tempi di ricerca di lavoro siano aumentati con la crisi:”Il più delle volte non bastano gli undici mesi per reinserirsi nel mondo lavorativo, per questo il lasso di tempo coperto dagli assegni di disoccupazione è stato portatato a ventiquattro.”

Le parole del Responsabile Economia e lavoro della segreteria nazionale del Pd hanno illustrato come la riforma non creerà lavoro quanto piuttosto lavoro stabile: “Non serve in questo momento spendere cinque miliardi per infrastrutture, il problema è creare impieghi che dureranno nel tempo”.

filippo taddei 2Taddei ha successivamente ricordato come su un segmento di cinquantamila aziende ne esistano ventimila pronte al cambiamento, già patrimonializzate ma non attive agli investimenti: “La nostra scommessa è di organizzare tutti gli incentivi a favore di questa parte dinamica, perchè saranno questi germogli che potranno creare lavoro e stabilità. L’obiettivo è mettersi al servizio della parte sana e da lì si ripartirà”.

Le parole del professore si sono dirette anche in terra europea, contrapponendo il lavoro nazionale all’economia globale: “In questo momento bisogna pensare alle competenze che si tengono in Italia, in grado di attrarre il lavoro buono. L’Europa dal canto suo ha le sue colpe, in quanto fatica a fare una politica comune. Attualmente possiede una struttura incoerente, ma l’Italia dovrà esserne il contrario anche grazie a un fisco più favorevole verso chi più produce”.

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