di Giulia Paratelli
Doveva essere il salotto di Ferrara. Oggi assomioglia di più a un condominio abbandonato. Due anni fa ormai, nell’aprile 2013, si sollevò il grido di dolore della Camera di Commercio sui negozi sfitti nelle principali vie cittadine: allora erano due negozi sfitti in San Romano, uno in piazza Matteotti, tre in Via Gobetti, quattro in Piazza Trento Trieste, cinque in Via Mazzini, cinque in Corso Porta Reno, cinque in Via Cortevecchia, sei in Piazza Municipale, tre in Piazza Repubblica e tre in Via Garibaldi.
Altri se ne sono aggiunti nel tempo – come la storica Cartoleria Sociale o, tra gli altri, gli storici hotel Ripagrande e Principessa Leonora – anche perché la situazione da allora non è migliorata e probabilmente non migliorerà neppure a breve termine. Anzi, gli ultimi dati presentati dalla Camera di commercio parlano di una demografia delle imprese ancora in calo, così come il settore commercio.
Camminando per le vie del centro di Ferrara, assorbite le tante bellezze che ha da offrire, non si può fare a meno di notare una sfilza di serrande chiuse, alcune arrugginite, cartelli che parlano di attività cessate o in vendita. I teli bianchi sopra le vetrine quasi ad impedire di vedere che lì dentro non c’è più nulla. Insomma, una costellazione di negozi che hanno mollato, di saracinesche abbassate, di buio che avanza, di scaffali vuoti, di polvere, di rifiuti, a volte di parcheggi improvvisati per biciclette e altro che abbiamo provato a raccontare con una specie di censimento fotografico, che racconta una costante, magari lenta (se ne parla già da un po’ di anni, quelli della grande crisi economico-finanziaria), desertificazione del centro storico che ha bisogno, oggi più che mai, di diventare finalmente il tanto auspicato centro commerciale all’aperto, che in tanti vedono come vocazione naturale dell’area.
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