Cronaca
21 Gennaio 2015
Secondo l'accusa aveva prelevato generi alimentari per 200 euro all'Ipercoop "Il Castello"

Accusato di furto ma era solo un guasto del “Salvatempo”

di Redazione | 2 min

tribunaleEra stato accusato di aver commesso un furto di generi alimentari per un valore di circa 200 euro all’Ipercoop “Il Castello” ma durante il processo è stato svelato il probabile arcano: un guasto del sistema Salvatempo che ha portato all’assoluzione.

I sospetti nei suoi confronti hanno avuto origine dal fatto che, poco prima, era stata vista una persona nei presso del banco frutta e verdura prelevare della merce senza registrarla attraverso l’apposito lettore. E così l’uomo, fermato appena dopo il superamento delle casse, aveva esibito, su richiesta dell’addetto alla sicurezza, l’unico scontrino di cui era in possesso, dell’importo di 18,89 euro. Troppo poco a giudizio dei responsabili del centro commerciale e dell’accusa che ha formulato l’imputazione, che hanno pensato anche che l’attività delittuosa sarebbe stata compiuta attraverso l’utilizzo di una seconda tessera socio, peraltro mai ritrovata.

Nel corso del processo, l’imputato (difeso dall’avvocato Pasquale Longobucco dello studio Mgtm – Avvocati associati) ha sempre sostenuto la sua assoluta buona fede, ipotizzando un possibile guasto del sistema “Salvatempo”. Nel corso del dibattimento, attraverso l’esame dell’imputato e dei testimoni, è stato dimostrato che la persona vista presso il banco frutta e verdura non era l’imputato ed infatti negli scontrini (sia quello relativo all’importo di circa 200 euro che quello di 18,89) comparivano prodotti appartenenti al reparto frutta e verdura.

L’uomo, che ha sempre sostenuto la propria innocenza, aveva ritenuto erroneamente che lo scontrino da 18,89 euro fosse dovuto ad una serie di sconti che il centro commerciale mette a disposizione dei propri soci (egli è socio Coop) per effetto di precedenti acquisti.

In sostanza è rimasto forte il dubbio sul corretto funzionamento del sistema per la spesa veloce e, infatti, al termine della discussione, il giudice lo ha solto perché il fatto non sussiste (il pm aveva chiesto due mesi di reclusione, con derubricazione in furto tentato).

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