Cronaca
9 Gennaio 2015
"Senza sarà un Paese nel quale si potranno applaudire i poliziotti che lo hanno ucciso"

Saviano sul caso Aldrovandi: “Serve reato di tortura”

di Redazione | 3 min

saviano“Un Paese che non contempla nel proprio codice penale il reato di tortura, sarà un Paese nel quale si potranno applaudire i poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi”. Il caso del ragazzo ferrarese ucciso durante un controllo di polizia il 25 settembre del 2005 diventa per Roberto Saviano “l’esempio principe” del malcostume italiano in tema di abusi di potere e morti di stato. Il settimanale l’Espresso ha infatti pubblicato sulle proprie colonne un intervento del noto giornalista e scrittore napoletano, che elenca una lunga lista di critiche al governo Renzi e mette in risalto come le modalità di fare informazione nel Belpaese abbiano creato un’opinione pubblica quasi isterica, che passa senza troppe vie di mezzo dal disinteresse più totale alla condanna generalizzata e disinformata verso ogni personaggio o avvenimento pubblico.

“Cambiare il Paese non è facile – scrive Saviano -, e farlo in poco tempo è impresa complicatissima. Ma da questo Governo, da quasi un anno in carica, mi sarei aspettato un’apertura maggiore a riforme a costo zero, a riforme necessarie che avrebbero avuto come effetto immediato un miglioramento delle condizioni di vita di molti italiani”. Tra queste, appunto, anche l’introduzione del reato di tortura, richiesta pubblicamente in più occasioni sia dai genitori di Federico, Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, che dal loro legale Fabio Anselmo, ma mai messa in atto dai governi che si sono succeduti dalla data dell’omicidio del 18enne.

Il rischio, secondo Saviano, è quello di rendere l’Italia un Paese “in cui le forze dell’ordine si sentiranno perennemente immuni da ogni accusa e i cittadini sempre più distanti da chi dovrebbe rappresentare una garanzia e invece si trasforma in potenziale pericolo”. Un tema che va a braccetto con quello della detenzione durante lo sconto della pena, dal momento che secondo Saviano “l’Italia non ha carceri, ma luoghi di tortura e viene costantemente sanzionata dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Le carceri italiane non sono luoghi di rieducazione ma di affiliazione. Entri da povero cristo ed esci con una protezione importante e un ingaggio nelle organizzazioni criminali”.

Il discorso si allarga ad altri argomenti, in particolare relativi a diritti civili come l’eutanasia, i matrimoni omosessuali o il sostegno alle disabilità. “L’Italia – conclude Saviano – resta un paese in cui i diritti civili e umani si continua a farli passare per concessioni, per elemosina. Resta un Paese dove per nascere, studiare, sposarsi, lavorare, essere felici e morire dignitosamente bisogna emigrare. Ma siamo certi che tutto questo dipenda solo da chi ci governa? Siamo certi di non essere anche noi sordi ai bisogni di chi ci sta accanto? Io so solo che quando parlo di eutanasia, immigrati, carceri, disabili, unioni gay mi si risponde che farei meglio a occuparmi d’altro, magari di mafia, di economia, dell’articolo 18, dello scempio che si starebbe facendo alla Costituzione. Eppure per me, un Paese in cui le minoranze non vengono ascoltate, un Paese in cui i deboli sono ignorati, abbandonati, vessati, è un paese in cui la Costituzione viene tradita ogni giorno, ogni ora, ogni momento”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com