Economia e Lavoro
30 Dicembre 2014
L'associazione dei piccoli azionisti chiede chiarezza su possibile aumento di capitale e investimenti nel capoluogo

Caricento, quali progetti per Ferrara?

di Ruggero Veronese | 4 min

caricento cavour 2“Nel rispetto degli impegni di riservatezza a suo tempo assunti, questa Cassa non rilascerà attraverso i propri rappresentanti alcuna ulteriore dichiarazione”: così si concludeva il sintetico comunicato stampa con il quale venerdì scorso la Cassa di Risparmio di Cento annunciava il proprio ritiro dalla trattativa per l’acquisto di Carife. Un silenzio rispettato dagli organi ufficiali della banca, ma di cui non è certo entusiasta l’Associazione Piccoli Azionisti della banca centese, che chiede alla dirigenza più chiarezza sul futuro dei propri investimenti finanziari e sul ruolo che la banca ricoprirà a livello locale.

Una richiesta di informazioni dovuta anche a una delle manovre che potrebbero coinvolgere Caricento durante il 2015: “Da più parti e sempre più insistentemente – affermano i rappresentanti dei piccoli azionisti – si vocifera di un imminente e prossimo aumento di capitale per la Caricento Spa. Difficile capire la fondatezza di tali voci tenuto conto che da tempo la stessa Caricento non coinvolge, neanche a mero titolo informativo, la nostra associazione. Soprattutto se ciò che si paventa fosse vero ci preoccupano non poco le eventuali possibili motivazioni che attiverebbero tali decisioni, alla luce del fatto che nelle recenti annate assemblee annuali dei soci la direzione generale ha più volte portato avanti con vanto il fatto che i positivi bilanci si sono raggiunti senza dover chiedere un centesimo ai soci, quindi senza aumenti di capitale”.

Ufficiale è invece la rottura nella trattativa con Carife, “in merito alla quale – continuano gli azionisti – la nostra associazione aveva già espresso parere dubbio per la poca chiarezza delle intenzioni ed ancor più sulle inevitabili ricadute negative che si verificherebbero sul valore delle nostre azioni. Che ruolo avranno i piccoli azionisti nel futuro della nostra cassa? Che peso avrà la Caricento Spa nel nuovo scenario bancario ferrarese? Domande per le quali anche la città attende risposte dagli amministratori, dal direttore Damiano, dalla fondazione proprietaria. Purtroppo si ha l’impressione che le decisioni verranno prese in poche stanze e, con la solita scusa della riservatezza, si corre il rischio di perdere il valore della partecipazione”.

Lo scetticismo dell’associazione riguardo alla trattativa con Carife è quindi, almeno in questo caso, in linea con la decisione della dirigenza di interrompere l’operazione. “Dopo le dichiarazioni della Fondazione Carife, padrona della banca – affermano i piccoli azionisti -, sembrava ci fosse più di un dubbio , oltre il nostro, sull’operazione. Si vede che dopo oltre vent’anni dalla trasformazione del vecchio ente morale i ruoli decisionali non sono ancora completamente chiari, questo almeno è quanto appare dalle comunicazioni effettuate a mezzo stampa. Troppi comunque sono i segnali che ci indicano una certa confusione di ruoli decisionali”. Restano però da capire le reali intenzioni di Caricento riguardo al territorio ferrarese, dal momento che nell’ultimo anno non sono mancati i segnali di un avvicinamento della banca centese alle attività culturali, economiche e sportive del capoluogo, con numerose sponsorizzazioni: si pensi ad esempio agli accordi con l’Ente Palio, con il Cus o con la squadra 4 Torri, o anche all’emblematica presentazione del bilancio 2013 nelle sale del Castello Estense. E i piccoli azionisti non nascondono le proprie preoccupazioni. “Abbiamo constatato – affermano i rappresentanti dell’associazione – che la Caricento Spa ha compiuto un notevole sforzo economico con importanti (in termini di entità) sponsorizzazioni sulla piazza di Ferrara, con impegni addirittura pluriennali in numerose attività sportive a tutti i livelli. Non possiamo nascondere che questo ci è apparso più come una sorta di ‘captatio benevolentiae’ che il frutto di un disegno progettuale attuato sulla base di dati già certi, che “allo stato ” non si sono realizzati. Ora che l’affare Carife non sembra andare in porto rimarranno però gli impegni assunti a gravare sui nostri futuri bilanci”.

Elementi per i quali l’associazione chiede alla banca più trasparenza verso gli azionisti, dal momento che “ci risulta assai difficile dare oggi indicazioni il più possibile chiare ai nostri associati circa il destino delle azioni da loro possedute, tanto più che c’è stata occasione di rilevare una certa qual impossibilità materiale di vendita delle azioni stesse in poco tempo anche per la mancata attivazione da parte della Banca del Fondo Riacquisto Azioni. Ci auguriamo e auguriamo a tutti i soci indistintamente un 2015 in cui sia attivato il fondo di riacquisto azioni da parte della banca, sia garantito la “par condicio” fra tutti gli azionisti , sia fatta chiarezza in merito alle voci di aumento di capitale, sia definito il ruolo della Caricento nel futuro panorama bancario che riguarda il nostro territorio”.

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