Cronaca
21 Dicembre 2014
Il Cap consegna simbolicamente i servizi pubblici per ribadire il no alle privatizzazioni

I regali di Renzi sotto l’albero dei poteri finanziari

di Elisa Fornasini | 2 min

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OL’albero di Natale in piazza Cattedrale si riempie di regali. Nei pacchi scuole materne, asili nido, sanità pubblica, acqua, poste italiane, ferrovie dello Stato, rifiuti e trasporto pubblico. Questi i doni che, a detta del Comitato Acqua Pubblica di Ferrara, il governo Renzi e le amministrazioni locali vogliono consegnare al mercato e alla finanza. Una delegazione di otto rappresentanti del Cap, da sempre in prima per difendere l’acqua come bene di tutti e come diritto inviolabile, si è radunata oggi pomeriggio all’ombra dell’abete per ridabile il proprio no alle privatizzazioni promosse dal decreto Sblocca Italia e dalla legge di Stabilità.

Una breve azione simbolica che ha riscontrato l’interesse dei ferraresi, fermatisi in piazza Cattedrale per ritirare i volantini e per osservare la consegna dei doni alquanto singolare. Il comitato lancia l’allarme che “indietro non si torna”, invocando l’attuazione del referendum che nel 2011 ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa, territoriale e senza profitti dell’acqua e di tutti i beni comuni. “E invece il governo Renzi non solo mette una pietra tombale sul risultato referendario di tre anni fa – denunciano gli attivisti – ma vuole affidare l’acqua e tutti i servizi pubblici locali a quattro grandi multiutility collocate in borsa: A2A, Iren, Hera ed Acea, consegnando i beni comuni delle comunità territoriali agli interessi dei grandi capitali finanziari”.

OLa contrarietà della direzione intrapresa dal premier, ovvero “favorire i grandissimi gestori e fagocitare i più piccoli”, è totale sia per quanto riguarda il decreto Sblocca Italia sia per la legge di stabilità. “Con il primo – ricordano i manifestanti – impone ai Comuni l’obbligo di aggregare le società del servizio idrico per arrivare ad un gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale, spesso coincidente con il territorio regionale. Con la seconda, rende sempre più onerosa la gestione pubblica dell’acqua e spinge gli enti locali a privatizzare, permettendo loro di spendere fuori dal patto di stabilità i soldi ottenuti dalla cessione delle proprie quote ai privati”. “Perfino il Natale è privatizzato – ironizzano i membri del Cap, appoggiando i regali davanti allo striscione di sponsorizzazione della Banca Popolare di Vicenza – quindi si può dare il via ai saldi anticipati dei servizi pubblici locali”.

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