“Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore”. Così il portavoce dei talebani pachistani, Mohammed Umar Khorasani, rivendicando l’attentato messo a segno il 16 dicembre in un istituto frequentato da figli di militari a Peshawar.
141 civili uccisi, di cui la maggior parte bambini.
Dall’altra parte del confine, in Afghanistan, gli fa eco l’ennesimo attentato kamikaze alla Kabul Bank di Lashkar-gah, la banca in cui vengono pagati i salari della polizia locale. Venti feriti sono stati portati al nostro Centro chirurgico per vittime di guerra. Sei sono arrivati già morti. Quando i combattimenti sembravano ormai finiti, un’autobomba è esplosa contro i soccorritori: l’esplosione ha causato la rottura di tutti i vetri del nostro ospedale e altri danni alla struttura, ma fortunatamente i pazienti e lo staff sono rimasti illesi.
Anche loro civili. Nessuno dei quali stava combattendo una guerra. Tutti colpiti nell’esercizio di un loro diritto: il lavoro.
Da 20 anni a questa parte i medici, infermieri e volontari di Emergency raccontano proprio questo della guerra.
Le guerre moderne colpiscono per il 93% civili. Dentro le case, nei luoghi di lavoro e, sì, anche a scuola. Una guerra diffusa, combattuta in divisa o semplicemente possedendo un’arma. Una guerra impossibile da evitare.
Una guerra che non si ferma con le armi. E ce lo dicono le parole che usa Mohammed Umar Khorasani per rivendicare l’attentato.
C’è solo un modo che abbiamo visto funzionare in questi anni per fermare la guerra: garantire diritti. Noi proviamo a farlo costruendo ospedali.
Ogni giorno fino al 24 dicembre i volontari di Emergency di Ferrara si turneranno per tenere aperto un piccolo punto vendita per i regali di Natale in via Scienze 10/b. I fondi che riusciremo a raccogliere saranno interamente devoluti ai 3 Centri chirurgici, al Centro di maternità, ai Posti di primo soccorso e Centri sanitari di Emergency in Afghanistan in cui dal dicembre 1999, abbiamo curato oltre 4.013.000 persone.
Le vittime di guerra non hanno bisogno delle lacrime di una classe politica che piange la loro morte ma continua a finanziare le missioni militari. Hanno bisogno della nostra concreta solidarietà. Non facciamogliela mancare.
Gruppo Emergency Ferrara