Economia e Lavoro
18 Dicembre 2014
L'ente camerale rivela i progetti per il 2015: focus su export e sostegno alle imprese, ma preoccupa lo scenario nazionale

Cciaa: tagli e accorpamenti, “ma continuiamo a investire”

di Ruggero Veronese | 5 min

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unnamed (19)Finanziamenti alle imprese, progetti per stimolarne l’export, piani di collaborazione tra i diversi enti economici del territorio. Il tutto inquadrato all’interno di un contesto nazionale ancora troppo nebuloso per dare indicazioni chiare sulla tanto agognata ripresa economica. Si è parlato di tutto questo durante l’incontro di fine anno con i vertici della Camera di Commercio di Ferrara, al quale ha partecipato anche il sindaco Tiziano Tagliani, che si è svolto in contemporanea alla presentazione dei dati ufficiali dell’Osservatorio sull’economia, che evidenziano anche nel 2014 un calo in quasi tutti i settori ad esclusione di turismo ed export.

Ad aprire l’incontro è stato Paolo Govoni – presidente dell’ente camerale al suo primo report annuale dopo l’addio di Carlo Alberto Roncarati – che ha ringraziato sia lo staff “di altissimo livello” della Camera di Commercio che il sindaco Tagliani, presente in rappresentanza degli enti locali, per il supporto e la collaborazione ricevuta durante il 2014. L’intervento di Govoni si concentra in particolare sulle iniziative di supporto alle imprese che verranno messe in campo nel 2015, anno in cui comincerà anche la ‘decurtazione’ degli introiti delle camere di commercio italiane in seguito ai provvedimenti del governo Renzi. Infatti il diritto camerale, ovvero i tributi richiesti alle aziende iscritte nei registri delle Camere di Commercio, calerà l’anno prossimo al 65%, per poi scendere ulteriormente al 60% e al 50% nel corso dei due anni successivi. Ma nonostante ciò, assicura il presidente dell’ente ferrarese, “continueremo a riservare il massimo delle risorse alle imprese, cercando di essere il più possibile concreti. Per il 2015 sono già stanziati tre milioni e mezzo di euro, che rappresentano il 76% delle entrate del diritto camerale e che in questo modo vengono restituiti alle aziende”.

Diverse le destinazioni per investire queste risorse: dai bandi di supporto alle startup innovative ai sostegni a fondo perduto alle imprese, in particolare quelle del comparto manifatturiero che è andato incontro a importanti contrazioni. Tra gli investimenti più importanti spicca il piano di sostegno all’export ferrarese, che verrà attuato attraverso una società incaricata di stringere contatti e trovare investitori disposti a mettersi in campo per una partenership. “Individueremo attraverso una gara di appalto – spiega il segretario generale della Camera di Commercio, Mauro Giannattasio – un soggetto gestore in grado di avvicinare le aziende ferraresi a investitori nazionali e internazionali. Nel nostro territorio le aziende ferraresi sane non mancano, ma spesso non alzano gli occhi su quello che accade nel mondo. Tuttavia ci sono ‘acceleratori di imprese’, come il Politecnico di Milano, pronti a investire su attività imprenditoriali con una prospettiva, quindi vorremmo riuscire ad avvicinare le aziende a queste realtà”. Un dettaglio da non trascurare sta nel fatto che l’importo dell’appalto sarà fisso, ma varierà a seconda dei risultati ottenuti dalla società che se lo aggiudicherà.

Altro tema caldo riguarda la ‘appettibilità’ del territorio ferrarese per gli investitori italiani ed esteri. Su questo fronte la proposta di Govoni è quella di un accordo tra Camera di Commercio, Provincia e Università per coordinare una serie di iniziative comuni, in particolare per ottimizzare e programmare investimenti e finanziamenti alle aziende. “Una prima risposta di tipo tradizionale – spiega Tagliani – era stata data con i 300mila euro investiti sulle aziende che si insediano con l’impegno di assumere a tempo indeterminato. Ci siamo però resi conto che il sistema di concertazione era un po’ farragginoso e necessitava di un momento di sintesi comune. Quindi questo accordo vuole essere una sorta di luogo in cui programmare in maniera condivisa la destinazione delle risorse”. Il grande tema, secondo il sindaco e presidente della Provincia, è quello della “competizione a 360 gradi con altri territori”, in cui il territorio estense ha colto almeno alcuni obiettivi ma necessità di ulteriore sviluppo. “Il fatto – continua Tagliani – che alcune grandi aziende abbiano deciso di investire in area Sipro a Ostellato, a Cento o nella zona di Gaibanella a Ferrara, dimostra la nostra capacità di attirare le imprese: se Berlutti o Fiat si insediano nella nostra provincia significa che ci sono ragioni che ci rendono competitivi, anche a confronto di territori con un minor costo del lavoro”.

Ma gli sforzi sul piano locale rischiano di vanificarsi se la situazione a livello nazionale non dovesse portare neanche nel 2015 dei miglioramenti visibili, e per questo gli ultimi commenti sono riservati a un giudizio sull’operato del governo. Govoni – da sempre critico dell’ipotesi renziana di una riduzione delle Camere di Commercio – non abbandona le proprie convinzioni, pur riconoscendo che “rispetto alle ipotesi di qualche mese fa, la situazione è un po’ migliorata”. Il riferimento è all’idea di abolire gli enti camerali che era circolata nei primi mesi del governo Renzi, ora sostituita da un loro progressivo accorpamento (oltre alla già citata riduzione del diritto camerale) in enti che radunino almeno 80mila imprese registrate. Ipotesi che per Ferrara apre diversi scenari che sicuramente non mancheranno nei dibattiti economici del prossimo anno, con possibili fusioni con Modena o Bologna, addirittura stringendo un’alleanza con più province come Ravenna e Rimini.

Tagliani allarga invece il discorso a tutto l’operato del governo in materia economica, anche se secondo il sindaco bisognerà aspettare di vedere i risultati delle riforme prima di dare giudizi prematuri. “Credo che in sette-otto mesi le cose siano state fatte molto in fretta, e questo non sempre si coniuga alla qualità. Fare le cose in fretta e bene non è sempre facile e l’emendamento alla legge di stabilità approvato stamattina non consente ancora di risolvere i problmi di organizzazione di una regione come l’Emilia-Romagna in tema di area vasta. Tuttavia, per quanto riguarda il job act, credo che la vera risposta la daranno le imprese: scopriremo tra qualche mese se il nuovo contratto a tutele crescenti verrà ben accolto dalle imprese riuscendo a dare occupazione ai ragazzi, o se invece permarrà qualche altro ostacolo, anche di diversa natura”.

 

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