Economia e Lavoro
18 Dicembre 2014
L'Australia come nuova frontiera per due attività del territorio estense

Imprese ferraresi dove la crisi non è arrivata

di Redazione | 3 min

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Cia-Agricoltori: “Accoglienza è futuro”

Conoscere le esperienze, il percorso e la cultura di chi arriva nel nostro Paese per favorire l’integrazione e l’inserimento del mondo del lavoro. Questo il filo conduttore dell’evento “Accoglienza è futuro” organizzato da Anp-Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, l’associazione che riunisce i pensionati agricoltori

meetingScarso è stato l’impatto della crisi globale sull’economia dell’Australia. Nel grande Paese agli Antipodi, la crescita continuerà nel 2014 con un incremento del Pil previsto intorno al 3,2%. Bassa è l’inflazione e alta la produttività. Le agenzie di rating assegnano la “tripla A” ai conti dell’Australia, secondo Paese al mondo per facilità di fare business e quarto per accesso al credito.

Il mercato australiano rappresenta uno sbocco ideale per i prodotti emiliano-romagnoli, dalla tecnologia alimentare, alla meccanica, dalle infrastrutture alle energie alternative, alla moda. E’ una nuova frontiera con notevoli opportunità di business come conferma la missione commerciale organizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, Promec Modena (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Modena), Camera di Commercio di Ferrara in collaborazione con Camera di Commercio Italiana in Australia di Sydney, che ha portato quattro aziende in Australia.

Le ferraresi Mangolini Confezioni (marchio Philo) ditta di abbigliamento di Goro, Impar Impianti s.r.l. attiva nel settore macchine frigorifere e pannelli edilizia e le modenesi Dec produttrice di carrelli elevatori nel capoluogo e Leonardi Benne di San Cesario sul Panaro, hanno potuto incontrare diversi operatori australiani anche associazioni di categoria interessati a ricevere maggiori informazioni e considerare la possibilità di instaurare potenziali partnership per il futuro. Si sono svolti in totale 24 incontri d’affari a Sydney, nello Stato del New South Wales, e alcuni anche nello Stato di Victoria a Melbourne.

Tra gli interlocutori anche l’Ausveg, l’organismo nazionale che rappresenta gli interessi dei produttori ortofrutticoli, e la NSW Business Chamber, l’organizzazione di riferimento per quanto riguarda il commercio. Sono già state avviate trattative d’affari e commesse.
E’ stata l’ultima tappa di un percorso strutturato nato nell’ambito di un progetto condiviso dalle Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna volto a favorire la presenza delle aziende emiliane-romagnole all’interno del mercato australiano. Percorso iniziato con una “giornata Paese” di presentazione del mercato, quindi proseguito con successivi check up aziendali di esperti della Camera di commercio italiana a Sydney, per analizzare e valutare i singoli profili di imprese considerando le potenziali opportunità di business rispetto alla struttura dell’azienda e al prodotto.
Moda, design e arredamento, agroalimentare, energia, meccanica sono i settori economici più interessanti. sono notevoli opportunità di affari.
“In Australia il consumatore ha un reddito medio alto e sa distinguere la qualità dei prodotti – sostiene Nicholas Carè – segretario generale della Camera di Commercio Italiana in Australia – E’ un grande mercato dove il “Made in Italy” è molto apprezzato anche per ragioni di continuità culturale, determinata da una forte presenza di cittadini australiani di origine italiana, che costituiscono il quarto gruppo etnico del Paese e fanno da volano per rafforzare i rapporti”.
Nel 2013, le esportazioni dell’Emilia-Romagna in Australia sono risultate pari a oltre 578 milioni di euro, con un aumento di oltre il 5,5 per cento rispetto all’anno precedente, trainato dalle brillanti performance di alcuni settori come meccanica, materiali da costruzioni, sistema moda e agroalimentare. Nel primo semestre del 2014 l’export si è attestato a 287 milioni.

“L’Australia si sta consolidando come una economia avanzata, a prova di crisi globale. La crescita prosegue in modo ininterrotto da 22 anni – dice Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – In una fase di riposizionamento come questa in cui le imprese devono necessariamente guardare all’export, è importante considerare e intercettare realtà in fase di sviluppo, anche se lontane”.

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