Politica
17 Dicembre 2014
Il Comitato Stop Ttip organizza un incontro-confronto con i parlamentari ferraresi

Libero scambio, Ferrara contro il trattato Usa-Ue

di Redazione | 2 min

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bratti bertuzzi ferraresiSi occuperà dellle trattative in corso tra Unione europea e Usa, per negoziare commerci e investimenti tra le due sponde dell’Atlantico, la serata organizzata dal Comitato Stop-Ttip Ferrara, nella giornata di mobilitazione europea contro il Ttip (Transatlantic Trade Investment partnership).

Venerdì 19 dicembre alle ore 21, presso la Sala della Musica di via Boccaleone 19 (all’interno del Chiostro di San Paolo) a Ferrrara, sarà presente Monica Di Sisto, referente nazionale della Campagna Stop Ttip, la quale si propone di fare chiarezza sui negoziati in corso e di fermare l’approvazione di un “Trattato di libero scambio e investimenti” che nella sua attuale forma imporrebbe la soppressione delle barriere non tariffarie tra gli Stati Uniti e i Paesi dell’Europa.

Sono stati invitati i parlamentari eletti nel territorio ferrarese (Maria Teresa Bertuzzi, Alessandro Bratti e Vittorio Ferraresi) e i rappresentanti sindacali confederali.

L’iniziativa – rivolta alla cittadinanza-  ha ottenuto il patrocinio del Comune di Ferrara, il quale ha votato una mozione in cui esprime preoccupazione per gli effetti del Trattato e per le modalità con cui è condotto.

Agricoltura, industria, servizi pubblici, regolazione dei brevetti, informatica, in breve ogni settore della vita economica e sociale verrebbe a essere coinvolto dall’approvazione del Trattato che mira a uniformare gli standard, ovvero le regole in materia non solo di commercializzazione dei prodotti ma anche di produzione di beni e di gestione dei servizi.

Standard che, in molte materie, finirebbero al ribasso come in campo agricolo o sanitario o in termini di sicurezza sul lavoro, poichè la legislazione americana in molti settori è assai meno prescrittiva di quella italiana.

A preoccupare maggiormente è inoltre l’applicazione dell’Arbitrato internazionale, una sorta di tribunale extragiudizionale presso cui  le multinazionali possono citare in giudizio gli Stati “colpevoli” di aver introdotto legislazioni che ostacolano in qualche modo la realizzazione dei loro profitti. Il ricorso all’Arbitrato internazionale  ha già creato seri problemi ad alcuni paesi che hanno posto limitazioni al diritto di commercializzazione  e produzione di alcune aziende, come per esempio la Philip Morris, che ha citato in giudizio l’Uruguay per la sua legge antifumo.

L’approvazione del Trattato da parte dell’Unione europea vincolerebbe di fatto gli Stati membri a uniformarsi ai vincoli imposti, “alla faccia – dicono gli organizzatori dell’incontro – della sovranità nazionale”.

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