Cronaca
22 Dicembre 2014
Gomme bucate ai professionisti incaricati delle operazioni. Interrotta la pubblicazione dei calendari delle 'battute'

Contenimento siluri, intimidazioni ai pescatori

di Mauro Alvoni | 4 min

pesce_siluro_2[1]La Provincia di Ferrara ha interrotto la pubblicazione dei calendari delle operazioni di contenimento del siluro, affidate in via sperimentale a 17 pescatori di professione, da quando alcuni di loro sono rimasti vittime di atti di vandalismo. Recentemente, infatti, sono state bucate due gomme a un furgone di pescatori incaritati dalla Provincia, che sono stati anche oggetto di ingiurie.

L’episodio si è verificato lungo il Po di Primaro, in località Sant’Egidio. L’identità degli autori dell’atto di intimidazione è oggetto di indagini da parte delle forze dell’ordine, dopo la regolare denuncia presentata dalle vittime, ma è certo che la vicenda ha influito non poco sull’intero programma sperimentale di recupero della biodiversità, concordato e approvato dalla commissione ittica locale per limitare la presenza della specie del siluro d’Europa (silurus glanis) in alcuni tratti dei corsi d’acqua, vale a dire in circa 200 sugli oltre 4.000 chilometri del territorio ferrarese, in particolare nelle aree protette (Rete Natura 2000) e di ripopolamento. Non solo la Provincia ha dovuto sacrificare la trasparenza evitando di rendere pubblici i calendari delle “battute” di pesca, ma ora si ritrova con gran parte dei 17 pescatori che ha preferito rinunciare all’incarico per non rischiare di diventare oggetto di simili attacchi. E i rinunciatari non potranno essere sostituiti, essendo stato conferito loro l’incarico attraverso un apposito bando al quale ha fatto seguito anche uno specifico corso, durante il quale hanno accettato una serie di rigide regole alle quali attenersi nelle catture (fra cui l’obbligo di rilasciare le altre specie ittiche che dovessero rimanere imprigionate nelle reti, oltre all’annotazione quotidiana del pescato in una scheda, con relativa trasmissione dati settimanale).

Il programma sperimentale comunque prosegue, come conferma il responsabile del settore Pesca della Provincia, Stefano Lovo: “Andremo avanti fino a marzo, come previsto. Il programma è infatti limitato al solo periodo invernale. Su richiesta di alcune associazioni di pescatori sportivi avevamo reso pubblico il calendario,  ma dopo gli episodi segnalati e denunciati, per una maggior tutela dei pescatori professionisti incaricati, chi vuole sapere dove trovarli dovrà presentarsi personalmente, con nome e cognome, negli uffici della Provincia”.

Attorno ai 17 pescatori e all’operazione avviata dalla Provincia di Ferrara con la delibera 246/2014 il clima si era fatto ostile fin dalle prime battute, soprattutto sul web. Nulla a che vedere con le intimidazioni (probabilmente opera di bracconieri), ma a contestare la delibera sono stati fin da subito alcuni pescatori sportivi per nulla convinti della bontà degli interventi, tanto da avviare una petizione online sul sito “il blog della pesca”. Sotto accusa la trasparenza relativa alle “battute” di pesca dei professionisti e gli scarsi controlli da parte della polizia provinciale (dato anche il poco personale a disposizione) in assenza dei quali si sono sollevati dubbi sulla correttezza degli stessi pescatori incaricati, che avrebbero potuto evitare di rilasciare nelle acque le specie ittiche diverse dal siluro. Critiche sono arrivate anche dal Movimento Gruppo Siluro Italia, per ovvie ragioni, ma anche da associazioni che non vedono comunque nel siluro la principale causa della enorme riduzione della fauna ittica nel nostro territorio, che in pochi anni si è ridotto di un terzo. Le cause sarebbero invece da ricercare nell’inquinamento incontrollato delle acque, testimoniato da frequenti e documentate morìe di pesce (nei blog del settore vi è ampia documentazione video e fotografica dei fenomeni), con l’ultimo caso eclatante dello sversamento di gasolio nel Burana, e dal dilagare del fenomeno del bracconaggio ad opera soprattutto di gruppi più o meno organizzati dell’est Europa, rumeni in particolare. I pescatori sportivi hanno filmato in più di un’occasione, a scopo di controllo, l’operato di alcuni dei 17 professionisti incaricati, senza tuttavia riscontrare irregolarità.

“Per la tutela delle acque è attivo il piano provinciale – spiega Stefano Lovo – ed è anche vero che uno dei problemi fondamentali è quello del bracconaggio. E’ davvero un grosso problema e la Provincia si farà carico di una richiesta di inasprimento delle pene. Anche i pescatori professionisti incaricati hanno segnalato di aver trovato in più di un’occasione tracce del passaggio dei bracconieri. Per quanto riguarda i rapporti con i pescatori sportivi, va detto che l’unico ad averci chiesto un contatto è il presidente dell’associazione Carpfishing Italia, con il quale si è concordato che anche i gruppi minori di appassionati, quelli cioè non riconosciuti dalla Regione, avrebbero potuto ottenere da noi maggiori informazioni sul programma di contenimento e sul suo andamento. Al momento abbiamo ricevuto quattro richieste da tali associazioni, che incontreremo subito dopo le festività. Non ci siamo quindi sottratti al dialogo”.

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