Portomaggiore. La prima sezione penale della corte d’appello di Bologna ha confermato i sei anni di reclusione per tentato omicidio inferti in primo grado a Daniele Bianchetti, portuense di 59 anni che la notte tra il 14 e il 15 giugno 2011 sparò con il suo fucile da caccia per uccidere l’allora 30enne Marian Popescu che si era introdotto nella sua proprietà privata.
Il procuratore generale Di Ruggero aveva chiesto alla corte (composta dal presidente Scaramuzzino, dal relatore Ghedini e dal giudice a latere Stigliano) la conferma della condanna, sostenuta anche dall’avvocato Remondi per la parte civile. La difesa, sostenuta dall’avvocato Anselmo, aveva invece chiesto l’assoluzione.
Secondo quanto già sostenuto da accusa e parte civile in primo grado, Bianchetti avrebbe agito in preda al timore subire un furto. Per la difesa, peraltro, l’uomo era reduce da 16 furti – uno avvenuto tre giorni prima e la cui refurtiva venne ritrovata nel borsone di Popescu – e dall’incendio della porta d’ingresso della propria abitazione. Quella notte, dopo aver visto avvicinarsi con un atteggiamento considerato sospetto due persone, imbracciò il proprio fucile da caccia e fece fuoco dalla finestra del bagno. Secondo l’imputato il proiettile non doveva essere diretto verso gli intrusi, ma sarebbe inciampato e lo sparo sarebbe così partito da solo. Una versione che non ha trovato l’approvazione dei giudici di primo grado (presidente Marini con a latere Giorgi e Attinà), né di quelli d’appello che hanno ritenuto lo sparo intenzionale, qualificando così il reato come tentato omicidio.