I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl, Uil, Acli e il Cupla (Coordinamento unitario dei pensionati del lavoro autonomo) di Ferrara denunciano che, se fosse approvata la riduzione di 150 milioni di euro per il Fondo nazionale patronati, prevista dall’articolo 26 della Legge di stabilità 2015, i servizi erogati gratuitamente a milioni di persone in Italia e all’estero (oltre 14 milioni nel 2013, secondo il Ministero dell’Interno) sarebbero praticamente azzerati. Rischierebbero il licenziamento circa 5.000 operatori, che lo Stato dovrebbe riassumere per garantire le prestazioni.
Lo Stato, inoltre, non potrebbe più risparmiare gli oltre 657 milioni all’anno derivati dall’attività dei patronati, ai quali il legislatore ha affidato il compito di svolgere oltre 100 tra prestazioni sociali e previdenziali.
Il taglio delle risorse previsto dalla Legge di stabilità colpirebbe soprattutto la parte più debole della popolazione, quella che non è in grado, tra l’altro, di utilizzare i sistemi telematici e informatici per accedere alle prestazioni, e che economicamente non potrebbe sostenere il ricorso ad altri intermediari per far valere i propri diritti.
Si sostiene che i patronati sono finanziati dallo Stato, ma non è vero. L’attività – come viene certificato annualmente dal Ministero del Lavoro – è finanziata in parte dall’organizzazione promotrice, in parte dal Fondo nazionale gestito dal Ministero e alimentato con il prelievo dello 0,226% sul gettito dei contributi assicurativi versati da lavoratori e datori di lavoro a Inps, Inpdap e Inail. Il rimborso statale copre solo il 30% dell’attività complessiva. I bilanci dei patronati sono pubblici e vengono presentati ogni anno al Ministero del Lavoro.
Cgil, Cisl, Uil, Acli e Cupla richiamano ancora una volta l’attenzione della popolazione su questi problemi, che interessano la vita di milioni di cittadini; riaffermano il loro impegno per impedire i tagli della Legge di stabilità e chiedono che vi sia con il Governo un confronto per trovare soluzioni eque e condivise.
Le segreterie Cgil, Cisl, Uil, Acli e Cupla