Economia e Lavoro
27 Novembre 2014
Presidio di Cgil e Uil, che sottolineano le incognite della legge delega sul lavoro

Jobs Act, Renzi avanti a slogan e favole

di Ruggero Veronese | 3 min

Leggi anche

Balcani Occidentali: opportunità di business per le imprese

Nuove opportunità di business per le imprese italiane nei Balcani occidentali, con un focus particolare sulla Bosnia Erzegovina: questo il tema dell’affollata iniziativa, promossa e realizzata congiuntamente dalla Camera di Commercio Italo-Bosniaca e dalla Camera di commercio di Ferrara Ravenna

unnamed (26)Un presidente del Consiglio che “va avanti per slogan, raccontando una favola alla mattina, una al pomeriggio e una alla sera”. Un jobs act che appare come “una totale mistificazione della situazione reale”. Ma soprattutto un governo formato da “persone che non conoscono il mondo del lavoro. Nemmeno il ministro del lavoro Poletti: una delusione totale”. Al punto che “per quanto politicamente mi sia distantissimo, era meglio Maurizio Sacconi (ministro durante l’ultimo governo Berlusconi, ndr): almeno conosceva le questioni di cui si doveva occupare”. Il segretario provinciale della Uil, Massimo Zanirato, non ha molta voglia di usare formule diplomatiche parlando dei provvedimenti governativi in materia di occupazione. Il presidio organizzato con la Cgil di fronte alle porte della prefettura è cominciato da pochi minuti e le delegazioni dei due sindacati, in attesa dello sciopero generale del prossimo 12 dicembre, si apprestano a salire nell’ufficio di Michele Tortora – nell'”infausto” ruolo di rappresentante del Governo – per spiegare i motivi della propria contrarietà alla legge delega sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act.

Critiche feroci che derivano sia dalle proposte già anticipate dal Governo – in particolare per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e le misure sulle tipologie contrattuali -, sia soprattutto dalla situazione di “totale incertezza” causata dalla legge delega, che permette al governo di giocare a carte coperte fino alla presentazione dei provvedimenti. E il timore dei sindacati, dopo le prime polemiche sull’Articolo 18, è quello di ritrovarsi di fronte a un mercato del lavoro improvvisamente impoverito delle attuali tutele. “La parte più preoccupante – afferma Zanirato – è quella relativa agli ammortizzatori sociali: compressi per alcune categorie per essere estesi ad altre. La mobilità scende da 36 mesi a meno di due anni, ed è già noto che mancheranno le coperture per la cassa integrazione in regola”.

unnamed (28)

Massimo Zanirato (Uil) e Raffaele Atti (Cgil)

Questioni che secondo Raffaele Atti, segretario Cgil, sono state sollevate anche in Parlamento, e per la precisione dal comitato parlamentare per la legislazione, che prima dell’approvazione alla Camera della legge delega aveva inviato ai deputati una serie di osservazioni al documento governativo. Osservazioni tecniche che Atti ha portato anche al prefetto Tortora e che si affiancano alle critiche di matrice più ‘sindacale’ portate avanti da Cgil e Uil. Il comitato parlamentare sottolinea aspetti come quelli della “eccessiva genericità” della delega data al governo, che avrebbe dovuto richiedere più ‘permessi’ distinti al Parlamento per affrontare i temi compresi nel Jobs Act. C’è poi la questione del ‘famoso’ contratto a tutele crescenti, che secondo Atti rischia semplicemente di affiancarsi senza cancellare affatto forme contrattuali come i ‘Cocopro’. E il rischio che si profila, in assenza delle tutele dell’Articolo 18, è che i datori di lavoro possano ‘aggirare’ le tutele crescenti ipotizzate dal governo, ad esempio cessando l’attività di un’impresa e riassumendo gli stessi dipendenti in una nuova impresa creata ad hoc.

La tensione insomma non manca tra politica e sindacati, che accusano il governo di aver evitato ogni forma di confronto con le associazioni di lavoratori. “Ma si ricordino – è l’ultima stoccata di Zanirato – che noi rappresentiamo il mondo del lavoro, mentre dalla politica, come dimostra anche l’affluenza alle ultime elezioni, non molti si sentono rappresentati”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com