Lettere al Direttore
26 Novembre 2014

Le analisi del sangue di Renzi

di Redazione | 2 min

Forse le analisi del sangue di Renzi erano sbagliate e gliele hanno fatte qui in terra rossa. Ci sono evidentemente buoni laboratori in Emilia-Romagna. L’avete capito ora? L’avete capito che ormai nessuno vede più il PD come un partito di sinistra? Io, fin dalla nascita, dall’unione tra DS e Margherita, l’ho definito come l’unione di mezzo litro d’acqua e mezzo litro di olio in una bottiglia: scuoti, scuoti, ma alla fine acqua ed olio tornano a separarsi. La distruzione della sinistra la iniziò Veltroni (sì, colui che disse di non essere mai stato comunista, ma forse non si era accorto che, quando era direttore de l’Unità, sotto la testata c’era scritto “Giornale fondato da Antonio Gramsci”), quando decise di non far mai il nome del suo avversario politico ed ora l’ha terminata Renzi, realizzando, con i suoi saltimbanchi (vista la fila di voltagabbana saltati sul carro renziano), quei sogni della destra che neppure Berlusconi, con una maggioranza parlamentare senza precedenti nella storia repubblicana, era riuscito a concretizzare.

Il PD, ormai, è un partito di centro che ha reciso le radici con la sua storia (almeno quelle che lo radicavano a sinistra) e che si nutre soltanto attraverso quelle che portano la linfa culturale e politica proveniente dall’ex DC. La fusione tra ex democristiani ed ex comunisti è definitivamente fallita e del resto non poteva essere altrimenti vista la cultura, le idee, le ideologie (ohps, che parola vetusta e superata!) la visione del mondo così lontane che contraddistinguevano i due fronti. Ma non avete capito che la stragrande maggioranza di chi non è andato a votare è gente di sinistra che non capisce cosa stia combinando questo governo che si dice di sinistra ma che in realtà è esattamente agli antipodi.

Ora sembrerebbe resterebbe uno spazio a sinistra, una vera e propria voragine da occupare, già, ma da parte di chi? Quali figure di peso specifico rilevante potrebbero raccogliere i milioni di delusi da un partito che sostiene che per creare lavoro si deve poter licenziare liberamente, che accoglie tra le sue fila chi desidera limitare il diritto allo sciopero? Ora viene davvero il bello, far tornare ai seggi chi, come il sottoscritto, quest’anno, per la prima volta, non è andato a votare.

Davide Guarnieri

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