Un presidio davanti alla prefettura di Ferrara per protestare contro l’approvazione in Parlamento della legge delega sul lavoro. Lo hanno indetto per mercoledì 26 novembre dalle 14:30 alle 16:30 i sindacati Cgil e Uil, per contrastare un provvedimento governativo ritenuto dannoso e che – sottolineano – “non è mai stato oggetto di confronto con i sindacati”.
“La legge delega sul lavoro – spiegano le segreterie territoriali di Cgil e Uil – che il Parlamento si appresta a varare sotto la spinta e il ricatto del Governo, che ha già posto la fiducia al Senato per impedire che venisse migliorata, è un provvedimento che risponde solo alle richieste delle imprese. È una legge delega in bianco con la quale il Parlamento rinuncia al suo potere legislativo, generica nei punti nei quali si dovrebbero riscontrare i miglioramenti e precisa nei punti nei quali è certa la manomissione dei diritti dei lavoratori”.
Gli effetti dannosi di questo provvedimento, secondo le due sigle sindacali, non mancano: “Non c’è alcuna certezza che saranno disboscate le decine di tipologie di rapporto di lavoro precario – continuano i sindacati -, mentre si trasformano certamente i nuovi assunti in precari a vita: licenziabili sempre senza giusta causa in cambio di un indennizzo. Così come sarà certa la possibilità per le imprese di demansionare i lavoratori e di introdurre la video sorveglianza nei luoghi di lavoro. Si potrà estendere il ricorso ai voucher per pagare il lavoro stagionale, privandolo del contratto e dei diritti previdenziali”.
Un insieme di norme che secondo Cgil e Uil, “in nome della semplificazione”, toglierebbe ai lavoratori “il diritto costituzionale di ricorrere al giudice nel caso di licenziamenti “discrezionali”. La legge delega non prevede sulle risorse necessarie ad estendere gli ammortizzatori sociali alla platea dei lavoratori oggi esclusi, mentre è certa la riduzione delle risorse destinate alla copertura della cassa integrazione e degli ammortizzatori in deroga e l’eliminazione della indennità di mobilità. Mentre la crisi si aggrava, si accorcia la coperta destinata a proteggere le persone e si spingono le aziende a procedere a migliaia di licenziamenti. Non è di questo che ha bisogno il Paese – concludono le segreterie provinciali -.Non sono queste le misure necessarie a contrastare la precarietà e ad estendere i diritti e le tutele di fronte alla crisi, ad aumentare la occupazione”.