(foto di Riccardo Scardovelli)
Sant’Agostino. Ancora picchetti davanti alla Mirror di Sant’Agostino. Ieri mattina si è registrato davanti ai cancelli dell’azienda contoterzista delle Ceramiche Sant’Agostino un nuovo presidio dei 14 facchini esclusi dall’azienda dopo il cambio di appalto, con tentativo di occupazione dello stabilimento.
Un tentativo di occupazione messo in atto al cambio turno, che le forze dell’ordine presenti sul posto, una quindicina tra agenti di polizia e personale della Digos, sarebbero riusciti a impedire senza particolari disordini, consentendo così il proseguimento dell’attività dell’azienda che, diversamente dalle recenti proteste messe in atto dagli ex facchini sostenuti dal sindacato Cobas, avrebbe potuto proseguire l’attività senza interruzioni.
A protestare, lo ricordiamo, sono i 14 dipendenti della cooperativa L.K. di Trebbo di Reno con i rappresentanti Cobas. La richiesta dei lavoratori riguarda il rispetto dell’accordo, scaduto il 30 settembre, che avrebbe dovuto portare alla loro riassunzione dopo il cambio di appalto operato dalla Mirror “per gravi inadempienze”. I lavoratori sono rimasti senza lavoro all’inizio di settembre quando la Mirror, dopo una serie di richiami alla cooperativa bolognese, ha recesso il contratto d’appalto di facchinaggio per affidarlo a un’altra cooperativa, la Msz di Milano. La L.K. si è trovata nell’impossibilità di occupare i dipendenti in altre aziende, così i 14 lavoratori diedero subito vita, il 5 settembre, a un presidio davanti alla Mirror che portò alla stipula di una sorta di accordo per il reimpiego dei facchini rimasti senza lavoro. Accordo non riconosciuto in seguito dalla stessa Mirror, che ha subìto danni dal presidio e che ha fatto sapere di avere impugnato legalmente quell’accordo.
Intanto il neo eletto consigliere regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, sindaco di Bondeno, riferisce che gli ex facchini, “spalleggiati da Cobas e centri sociali”, avrebbero anche questa volta “bloccato camion e dipendenti”. “Intervenga l’esercito – dice Fabbri – il lavoro non può essere ostaggio dei violenti”. “Ogni ora di blocco – ha aggiunto il primo cittadino di Bondeno – sono danni per migliaia di euro. Questo non è un problema sindacale, ma di ordine pubblico”. Va giù duro Fabbri contro lavoratori, Cobas e centri sociali, che definisce con una terminologia estrema: “Chi pensa di poter fermare il lavoro con l’uso della forza deve essere subito disinnescato. Non possiamo tollerare che i dipendenti rischino la cassa integrazione per una frangia di ricattatori, spalleggiata da centri sociali e pseudosindacati. Non è civile un paese che non sa tutelare il lavoro e che cede a sobillatori di professione. L’unica risposta è quella della tolleranza zero”.
Gli ex facchini sostenuti dal sindacato Cobas hanno comunque ottenuto con la protesta odierna di fissare un incontro con i vertici dell’azienda, previsto nella giornata di domani alle ore 16, per cercare insieme di trovare una soluzione.
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