Politica
24 Novembre 2014
Gibertoni (M5S): "Con 5 consiglieri, obiettivo raggiunto"

Quintavalla: “Sciopero del voto che boccia Renzi”

di Redazione | 4 min

Cristina Quintavalla“E’ stato lo sciopero del voto. Il Pd di Renzi, dopo aver celebrato il divorzio col mondo del lavoro ha dimezzato la propria base elettorale”, dice Cristina Quintavalla, candidata presidente per l’Altra Emilia Romagna all’indomani dei dati clamorosi sull’astensione alle regionali. “E’ un voto che segna il divorzio tra il Pd e una parte consistente della sua base elettorale e che boccia Renzi e le sue politiche a vantaggio esclusivo degli interessi di pochi. In cinque mesi l’affluenza s’è quasi dimezzata (alle europee aveva sfiorato il 70%) e il consenso al Pd registra, in percentuale, una flessione di otto punti”.

“Quello sancito da queste regionali – prosegue Cristina Quintavalla – è un governo illegittimo, ossia non legittimato dalla maggioranza dei cittadini aventi diritto al voto. Sarà una Giunta che non rappresenta i bisogni, la domanda di tutele, le istanze di una società impoverita, ma è la fotografia della crisi che il Pd ha contribuito a produrre con le politiche impopolari e con gli scandali derivanti dal malgoverno. Ma questa Giunta pretenderà di deliberare a nome di tutti”.
“E’ stata una campagna che Renzi e Bonaccini (onnipresnti nella rappresentazione del media) hanno preteso di giocare evitando come la peste il confronto con i lavoratori e con i cittadini indignati dal jobs act, dallo Sblocca Italia, dalla malapolitica. Renzi è stato contestato ovunque si sia presentato (e i fischi e le uova sono quasi sempre stati occultati), e ovunque ha preferito incontrare il gotha dell’economia (come Barilla) piuttosto che confrontarsi con la società civile, convincendo buona parte degli elettori a disertare le urne o a consegnarsi a una destra aggressiva e pericolosa seminando odio contro i settori più poveri delle nostre città”. “In un contesto segnato anche dalla censura della grande stampa nei nostri confronti, il risultato dell’Altra Emilia Romagna è davvero positivo, con buona pace delle batute da osteria del premier. Singolare il lapsus di Bonaccini che, stanotte, dichiarava che forse la sinistra non sarebbe entrata in Consiglio. E’ evidente che nemmeno lui consideri di sinistra i suoi alleati di Sel. L’Altra Emilia Romagna c’è, ha eletto ed è parte di un percorso più ampio per la costruzione dell’Altra Italia, una casa comune della sinistra alternativa e autonoma dal Pd”, conclude Quintavalla.

Giulia Gibertoni“Obiettivo centrato” invece per Giulia Gibertoni, candidata presidente del M5S: “In tempi non sospetti, prima del voto era stato dichiarato da Beppe Grillo che l’obiettivo era quello di eleggere cinque consiglieri. Così è stato. Sempre in tempi non sospetti, quando alcuni giorni fa contro la legge sondaggi erano stati pubblicati da alcune testate online nazionali, era stato dichiarato che quella previsione, tacciata come “crollo”, era invece in linea con le amministrative dello scorso maggio in Emilia-Romagna. dove il M5S aveva raccolto alle comunali tra il 13% ed il 17% (comunali di Reggio Emilia). Da sempre infatti il M5S alle elezioni locali (regionali e amministrative) raccoglie meno consensi che a quelle nazionali (politiche ed europee)”. “Il tutto – prosegue la Gibertoni – con una campagna elettorale che ci è costata poche migliaia di euro (offerte volontarie cittadini) a fronte delle centinaia di migliaia di euro (pubblici) degli altri partiti. Il tutto questa volta anche senza l’apporto e grande aiuto di Beppe Grillo nelle piazze, mentre altri partiti (Lega) hanno visto il loro segretario impegnato in una efficace campagna di marketing sul territorio per tre settimane, quando quello per cui è pagato è fare l’europarlamentare dove invece è assente”.

Diversissima invece la lettura di Giovanni Favia che parla di “Fantastico Harakiri del M5S”.

Positivo Alessandro Rondoni, candidato presidente di Udc-Ncd: “Abbiamo piantato un seme confermando e superando il risultato ottenuto alle europee”. Per le Acli “l’avanzata dell’astensionismo anche rispetto al dato già negativo delle scorse Europee mette in secondo piano anche l’esito dei risultati sui voti espressi che vede comunque il Partito Democratico come vincitore. “La tendenza a disertare le urne lancia un messaggio molto forte alla politica che non può essere sottovalutato. Il Paese si sta spegnendo, la gente non ce la fa più”.

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